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E' morto a Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia: aveva 86 anni

La notizia diffusa in una nota della "Real Casa". I funerali a Superga il 10 febbraio. Figlio dell'ultimo re d'Italia, Umberto II, visse in esilio dal 1946 al 2003

E' morto a Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, l'ultimo re d'Italia, e di Maria Josè.

Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio. L'annuncio è stato diffuso attraverso una nota della "Real Casa di Savoia", in cui si legge: "Alle ore 7:05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. I funerali saranno a Superga il 10 febbraio.

E' morto a Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia: aveva 86 anni - foto 1
Tgcom24

 

I funerali a Superga

 "Vittorio Emanuele voleva essere sepolto a Superga, come mi ha detto stamani il figlio Emanuele Filiberto. Il funerale, ci è stato detto, si celebrerà sabato 10 alle 15 a Superga dove verrà sepolto". Lo ha detto il presidente dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Ugo D'Atri. 

 

Il lungo esilio dopo il referendum del 1946

 Nato il 12 febbraio 1937 a Napoli, Vittorio Emanuele era designato a succedere al trono di suo padre, Umberto II. Dopo il referendum del 1946 che sancì la vittoria della Repubblica, visse in esilio fino al 15 marzo 2003 quando, una volta cancellata la XIII disposizione che vietava il rientro dei discendenti maschi in Italia, era ritornato in patria dopo 57 anni. Aveva già lasciato Roma tre anni prima del referendum, insieme alla madre Maria Josè. 

 

Vittorio Emanuele di Savoia, il profilo

 

Il discusso matrimonio con Marina Doria

 Sposato con Marina Doria, ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto. Il matrimonio con l'ex campionessa mondiale di sci venne celebrato prima a Las Vegas con rito civile, poi a Teheran con rito religioso. Il matrimonio non era stato visto di buon occhio dall'ex re e per questo i due si sposarono in segreto, senza avvisare le famiglie. E questa unione creò l'ennesimo dissapore in seno alla casata, con il padre che non diede mai il "regio assenso" alle nozze, cosa che invece sarebbe prevista dalle leggi dinastiche. Da questo contrasto il dissidio interno per il titolo di "capo" della Casa mosse dall'altro membro della famiglia reale, il principe Amedeo. 

 

Fotogallery - Morto a Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia

Indagato e prosciolto per la morte di Hamer

 Vittorio Emanuele era stato indagato, e poi prosciolto, per la morte di Dirk Hamer. Il 19enne tedesco era rimasto ucciso nel 1978 in una sparatoria sull'isola di Cavallo, in Corsica. Dall'omicidio era scaturita una lunga battaglia legale tra la famiglia dei Savoia e la famiglia del giovane. 

 

Morte Vittorio Emanuele, la dinastia dei Savoia

 

La pronuncia della Cassazione nel 2017

 Nel 2017 la Cassazione stabilì che "il fatto che i giudici francesi, nel 1991, abbiano assolto Vittorio Emanuele di Savoia" dall'accusa di omicidio volontario di Hamer "non significa però" che il principe "sia esente da responsabilità sotto ogni altro profilo, giacché assume pur sempre rilievo dal punto di vista civilistico e anche etico" che quella morte "avvenne nel corso di una sparatoria a cui partecipò Savoia, al di fuori di ogni ipotesi di legittima difesa". 

 

L'anno scorso la vicenda fu al centro anche della serie Netflix "Il Principe", sviluppata e diretta da Beatrice Borromeo Casiraghi, che spinse il figlio Emanuele Filiberto a intervenire definendo il documentario "una scusa per dare notizie false". 

 

Coinvolto anche in un'inchiesta sul casinò di Campione

 Oltre al caso Hamer, Vittorio Emanuele fu coinvolto anche in un'altra grana giudiziaria nel 2006 quando, nell'ambito di un'inchiesta sul casinò di Campione d'Italia, venne arrestato con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione. Anche in questo caso, dopo un mese ai domiciliari, venne scagionato dalle accuse con formula piena "perché il fatto non sussiste". E ricevette un risarcimento di 40mila euro per i sei giorni trascorsi in carcere prima dei domiciliari.

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