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Milano, la vittima di revenge porn e stalking: "Dopo tante denunce ho assunto un investigatore"

La donna di Cinisello Balsamo si è ritrovata foto intime ovunque: "Non voglio attaccare le forze dell'ordine ma non hanno i mezzi e i tempi della giustizia sono troppo lunghi"

Milano, la vittima di revenge porn e stalking:
Italy Photo Press

"Non voglio attaccare le forze dell'ordine ma non hanno i mezzi e i tempi della giustizia sono troppo lunghi".

E' lo sfogo, raccolto dal Corriere della Sera, della donna di Cinisello Balsamo (Milano), dopo che il suo ex, un 44enne che vive in provincia di Como, ha diffuso volantini e foto hot. L'uomo, ora indagato per stalking e revenge porn, aveva reso pubblici anche il suo nome e numero di telefono. "Dopo una decina di denunce finite nel vuoto ho dovuto assumere un investigatore", racconta la vittima.

 

Milano, la vittima di revenge porn e stalking:
Tgcom24

 

Una relazione durata nove mesi

 L'uomo nel frattempo è stato raggiunto da un "provvedimento restrittivo della magistratura di Monza, che gli impone l'obbligo di firma quotidiano nel suo comune di residenza e il divieto di avvicinamento alla sua ex". I due hanno avuto una relazione di 9 mesi: "Ci eravamo conosciuti attraverso un gruppo di donne e uomini divorziati. Sembrava uno tranquillo, a modo, anzi lo era, forse perfino troppo educato, non si alterava mai per nulla. Poi ha iniziato a farsi delle idee, voleva una relazione ancora più seria", ha spiegato la donna, una 40enne separata e con figli piccoli, al Corriere della Sera

 

Fogli appesi ovunque

 Poi lui, che nel frattempo aveva iniziato un'altra relazione, ha iniziato a perseguitarla. L'uomo ha iniziato prima con telefonate anonime, poi le ha sfasciato la macchina e poi ha anziato a lasciarle dei bigliettini. Ma il peggio doveva ancora venire: fogli A4 appesi ovunque, con insulti e immagini di video intimi girati di nascosto. Sui manifesti ha inoltre indicato nome e cognome, numero di telefono, indicazione del profilo Instagram e indirizzo del luogo di lavoro della donna.

 

Il ruolo dell'investigatore

 E per portare alla luce tutto ciò è servito un investigatore, che la vittima ha deciso di assumere e pagare dopo diverse denunce fatte. "L'ha colto mentre distribuiva i volantini: li aveva messi anche davanti alle scuole dei miei piccoli. Ormai avevo preso l'abitudine, prima di svegliarli, di camminare per Cinisello, vedere se c'erano quei maledetti fogli e farli sparire. Se ne stava lì, sulla sua macchina, si addormentava attendendo l'una di notte, le due, per distribuire i fogli", dice la donna.

 

Una decina di denunce

 A spiegare la scelta di assumere un investigatore è proprio la donna: "Non voglio attaccare le forze dell'ordine, nello specifico i carabinieri ai quali da novembre, da quando è iniziato questo terrore, ho presentato una decina di denunce. Ho incontrato personale empatico, però non hanno i mezzi, non hanno abbastanza pattuglie. O meglio, i tempi della giustizia, per noi comuni cittadini, sono lunghi", ha detto.

 

"Era ovvio che lo stalker fosse lui ma..."

 "Se mi sono salvata da un epilogo peggiore e tragico è perché ho assunto un investigatore. Sono un'impiegata, prendo 1.600 euro e ne ho spesi 3mila per un detective privato; ho mutuo, figli piccoli, sono separata, i soldi non cadono dal cielo, ho aggiunto l'ennesimo prestito ai tanti e ho pagato l'investigatore", ha raccontato. Perché, ha aggiunto, "anche se era ovvio che lo stalker fosse lui, nessuno aveva autorizzato intercettazioni o perquisizione sul suo telefono". 

 

 

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