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Vasto, vendica moglie morta in un incidente e uccide l'investitore

Lʼarma è stata trovata sulla tomba della moglie dellʼomicida

Impazzito dal dolore, fino al punto di impugnare una pistola e ammazzare in pieno giorno il 22enne che una sera di sette mesi fa, in un incidente stradale, gli portò via la giovane moglie.

La tragedia si è consumata davanti ad un bar di Vasto: Fabio Di Lello, noto calciatore locale, ha sparato almeno 3 colpi e freddato Italo D'Elisa, l'uomo che nel luglio del 2016 travolse e uccise in auto sua moglie, Roberta Smargiassi, mentre viaggiava su un motorino.

Non c'era giorno che Fabio Di Lello non andasse al cimitero. Ogni giorno da quando sono stati celebrati i funerali della sua amata moglie, Roberta. Ogni giorno per fermarsi davanti alla lapide per accarezzare la foto della donna che aveva sposato nell'ottobre del 2015. C'è chi dice che si fermasse qualche volta persino a mangiare.

L'arma del delitto lasciata sulla tomba della moglie - E proprio su quella tomba Di Lello ha lasciato la pistola con la quale ha compiuto l'omicidio, dentro una busta di plastica, prima di consegnarsi alla giustizia. Come un omaggio, la testimonianza di una vendetta, forse promessa su quella tomba. "Mi chiedo, dov'è giustizia? Mi rispondo, forse non esiste! Non dimentichiamo, lottiamo, perché non ci sia più un'altra Roberta", scriveva Fabio su Facebook.

La vittima a processo per omicidio stradale - La vittima era imputata di omicidio stradale ed era stata rinviata a giudizio qualche mese fa: a breve avrebbe avuto la prima udienza dal gup. Dopo l'incidente, Italo era stato sottoposto a tutte le analisi e non era stato trovato né in stato alcolico né sotto effetto di sostanze. Ma da quel giorno, anche per il fatto che l'imputato della morte della moglie era a piede libero, gli "scontri" sui social e tra le varie fazioni si erano fatti pesanti.

Manifestazioni con cortei per "chiedere giustizia" da parte dei familiari di Roberta, con Fabio in testa, scontri sui social, liti mediatiche, la fiaccolata passando davanti all'ospedale fino al Palazzo di Giustizia, la preghiera nella Cattedrale San Giuseppe.

Dopo essersi consegnato ai carabinieri Di Lello è stato portato in caserma presso la Compagnia dei Carabinieri di Vasto assieme ai suoi avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni che laconicamente affermano: "Quello che si è compiuto oggi è un grande tragedia".