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Macerata, città blindata per il corteo antifascista

Alla manifestazione aderisce LeU mentre non lo fa il Pd, e non lo fanno, Cgil e Arci. Neanche lʼAnpi ci sarà

Macerata, città blindata per il corteo antifascista - foto 1
ansa

"Non ero e continuo a non essere d'accordo con la necessità di manifestare a pochi giorni da queste tragedie che ci hanno colpito, ma sarò presente con il cuore accanto a ogni forza democratica che sfilerà per la città".

Lo dice il sindaco di Macerata, Romano Carancini, parlando del corteo antifascista delle 14.30 che vedrà una città tesa e blindata.

Alcune mazze trovate dalle forze di polizia in una zona del centro storico di Macerata, inizialmente ricollegate al corteo, in realtà non hanno nulla a che fare con la manifestazione.

"Sul mio antifascismo - precisa il sindaco rispondendo a chi l'ha definito un 'sindaco balbettante' - non ci sono ombre. Lo dico chiaro e tondo a chi mi vorrebbe far apparire tentennante rispetto alla difesa di valori imprescindibili, quali quelli della Resistenza". Dopo che la Prefettura ha autorizzato la manifestazione, si sente più tranquillo? "Hanno assicurato che non ci saranno problemi. Me lo auguro, ma io non sono sereno", conclude.

Alla manifestazione aderisce LeU mentre non lo fa il Pd, e non lo fanno, Cgil e Arci. Neanche l'Anpi ci sarà, e parla di una scelta 'sofferta ma ponderata e liberà legata ai timori del sindaco. L'associazione dei partigiani propone una iniziativa alternativa, per il 24 a Roma, alla quale Pd e Cgil assicurano da subito piena adesione.

Il presidente del Senato Pietro Grasso sottolinea che "l'antifascismo è un valore fondante della Repubblica italiana e della nostra Costituzione", e aggiunge che per questo Liberi e uguali sarà a Macerata. Gli fa eco Pierluigi Bersani, secondo il quale, "la mobilitazione costituzionale e antifascista si e' sempre fatta con la piazza pacifica e con l'unità di popolo. Bisogna recuperarle entrambe".

Anche Libera si dice pronta a partecipare con don Luigi Ciotti che dice: "La rinascita dei fascismi e dei razzismi e' qualcosa di reale, non un fatto di folklore o di nostalgia malata. E' il sintomo, dobbiamo gridarlo, di una democrazia malata, o per lo meno pallida, nel nostro Paese e di una politica che serve poco il bene comune".