Maltempo Venezia, allagato il 70% del centro storico: nuovi picchi di acqua alta sabato e domenica
Settimana record, mai maree così intense dal 1872. Chiusi piazza San Marco, la Basilica e Palazzo Ducale
Le maree di questi giorni a Venezia (martedì 187 centimetri, mercoledì 144, venerdì 154) hanno battuto diversi record: mai, dal 1872, si erano presentati eventi di acqua alta superiori ai 150 centimetri nello stesso anno, e men che meno nella stessa settimana.
Nella città lagunare sono stati chiusi piazza San Marco, la Basilica e Palazzo Ducale: il 70% del centro è allagato. Previsti, inoltre, nuovi picchi per sabato e domenica (di 120 e 130 centimetri).
La marea a 154 cm, poi in calo La marea di venerdì ha raggiunto alle 11:26 una punta massima di 154 centimetri alla Punta della Salute e poi, rileva l'Ufficio Meteo del Comune di Venezia, ha iniziato a calare. Alto il valore anche a Burano dove la marea ha raggiunto i 149 centimetri e a Chioggia con 146 centimetri.
Sospesi i vaporetti, scuole chiuse Sospesi i mezzi di trasporto pubblici, scuole chiuseI mezzi di trasporto pubblici a Venezia sono stati sospesi e le scuole rimangono chiuse per il terzo giorno. I vaporetti, informa l'azienda comunale per il trasporto pubblico, rimangono tutti fermi fino a cessate esigenze, tranne quelli che garantiscono il collegamento con le isole.
Venezia, il sindaco: "Evitare gli spostamenti" Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha invitato cittadini e turisti "a evitare gli spostamenti". "Un'altra giornata di allerta per Venezia - ha scritto su twitter -. Il vento di scirocco continua a soffiare. Vi invito a evitare gli spostamenti e a tenervi aggiornati sul livello dell'acqua con il Centro Maree. Serve la collaborazione di tutti. Grazie".
Brugnaro nominato commissario per l'emergenza "Il sindaco Luigi Brugnaro è stato nominato commissario per l'emergenza e con lui ho fatto un sopralluogo a Venezia. La situazione è complessa ma lo Stato c'è e il governo è pronto a fare tutto ciò che è necessario per proteggere questa preziosa". Così in un tweet il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà.
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