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Macerata, insieme a Pamela c'era solo Oseghale nell'attico dell'orrore

La perizia del Ris ha confermato: "Le celle telefoniche parlano chiaro, non cʼè traccia degli altri due sospettati"

Macerata, insieme a Pamela c'era solo Oseghale nell'attico dell'orrore - foto 1
ansa

C'era solo Innocent Oseghale nell'attico dell'orrore dove è stata uccisa Pamela Mastropietro, la diciannovenne romana scappata il 29 gennaio dalla comunità di recupero, i cui resti sono stati trovati 36 ore dopo in due trolley nella periferia di Macerata.

Dopo due mesi di indagini, l'esito della perizia del Ris è stato consegnato al capo della procura Giovanni Giorgio.

Le indagini - A due mesi dal cruento e tragico delitto che ha scosso il tranquillo capoluogo marchigiano, le indagini dei carabinieri aggiungono un tassello in più al quadro complessivo. Infatti, l'esito della perizia indebolisce la ricostruzione fatta dal giudice delle indagini preliminari secondo la quale i tre nigeriani Oseghale, Lucky e Awelima - attualmente in carcere tra Ascoli e Ancona (in comune l'accusa di omicidio in concorso, occultamento e vilipendio di cadavere) - si sarebbero trovati per sei ore nella mansarda insieme a Pamela. 

La giovane sarebbe andata incontro a una fine spietata​ la mattina in cui si è recata a comprare una dose di eroina da quello che sarebbe poi diventato il suo aguzzino. Dai tabulati e dalla posizione delle celle telefoniche, emergono gli intervalli di tempo nei quali i tre sospettati si erano trattenuti nell'attico.