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Macerata, il giudice: "Va pagato agli infermieri il tempo per indossare e togliere la divisa"

Il magistrato, ha accolto la richiesta di circa 300 lavoratori dellʼ"Area vasta 3", soprattutto infermieri e operatori socio-sanitari, patrocinati dalla Cisl Funzione Pubblica delle Marche

Macerata, il giudice:
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Il tempo per indossare e togliere la divisa deve essere riconosciuto come tempo di lavoro e quindi retribuito.

E' la decisione del giudice del lavoro del tribunale di Macerata, Giovanni Iannielli. Il magistrato ha accolto la richiesta di circa 300 lavoratori dell'Area vasta 3 (Macerata-Civitanova-Camerino) dell'Asur (Azienda sanitaria unica regionale), soprattutto infermieri e operatori socio-sanitari, patrocinati dalla Cisl Funzione Pubblica delle Marche. Il tribunale, fa sapere in una nota il sindacato, "ha accolto la richiesta di considerare dieci minuti in entrata e dieci minuti in uscita per ogni turno svolto dal 2009 ad oggi, come effettivo orario di lavoro" e "ha anche condannato l'Asur al pagamento delle spese processuali". Riconosciuto, riferisce ancora il sindacato, "il pagamento anche di tutti gli arretrati fino a cinque anni indietro".

Come riporta Il Resto del Carlino, il 10 ottobre del 2014, i lavoratori avevano depositato un ricorso chiedendo che "venisse dichiarato che il tempo da loro trascorso per indossare e dismettere la divisa costituiva tempo di lavoro, pari a 20 minuti a turno o alla diversa misura oraria accertata". L'Asur si era costituita in giudizio, eccependo la nullità del ricorso. Secondo l'azienda il tempo della vestizione doveva ritenersi già remunerato dalla retribuzione ordinaria. Il giudice, però, ha dato ragione ai lavoratori, ritenendo che queste operazioni "rientrano nel tempo di lavoro effettivo e, di conseguenza, il tempo ad esse necessario deve essere retribuito".

"La Cisl Marche, alla luce di questa importante sentenza, chiederà il riconoscimento di quanto dovuto per tutti i lavoratori con la divisa dell'Asur che sono quasi ottomila su tutti i tavoli sindacali e legali - sottolinea il segretario regionale della Funzione Pubblica Luca Talevi, come riporta Il Resto del Carlino - A noi non piace andare in tribunale. Mettiamoci intorno ad un tavolo e discutiamo, confrontiamoci. Siamo pronti anche a discutere di tutto, ma l'Asur e la Regione abbandonino un atteggiamento che non ha alcun senso. La loro posizione di non riconoscere e retribuire i tempi di vestizione e svestizione, che poi sarebbe più corretto definire passaggio di consegne, non sta in piedi. Sono ormai decine le sentenze in tutta Italia che hanno riconosciuto le ragioni dei dipendenti". 

"Noi rispettiamo la magistratura e rispettiamo sempre le sentenze, sia quando sono a noi favorevoli, siamo quando sono contrarie - afferma Alessandro Maccioni, direttore dell'Area vasta 3 di Macerata - Va però detto con franchezza e senza ipocrisia che questa sentenza aumenta il costo del lavoro, ha un impatto sul budget di risorse che abbiamo a disposizione e sulla base del quale abbiamo programmato la nostra attività. E questo, anche se non nell'immediato, potrebbe costringerci a ridurre il numero delle assunzioni che abbiamo previsto".