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Test sierologici, indagati vertici del San Matteo di Pavia e della Diasorin

Per i pm lʼaccordo tra il Policlinico e la multinazionale escluse altri metodi di aziende, tra le tante sul mercato, con "metodologie già validate"

I vertici del Policlinico San Matteo di Pavia e della società piemontese Diasorin sono indagati dalla Procura nell'ambito di un'inchiesta sui test sierologici anti-Covid. L'ospedale pavese e l'azienda di diagnostica si sarebbero accordati illecitamente per l'effettuazione degli esami. Le accuse sono di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e di peculato. Sono state effettuate diverse perquisizioni.

"La scelta operata dal policlinico San Matteo di procedere a un accordo diretto con un operatore del settore Diasorin - tra i tanti operanti sul mercato - è apparsa subito viziata da un evidente conflitto d'interessi in capo al professor Baldanti (Fausto ndr.) che ricopriva contemporaneamente il ruolo di responsabile scientifico del progetto di collaborazione Fondazione San Matteo e Diasorin e la carica di membro del Gruppo di lavoro del Consiglio superiore di sanità presso il Ministero della salute competente per la valutazione del test, nonché - spiegano i magistrati - di membro del tavolo tecnico-scientifico istituito dalla Regione Lombardia con il compito di fornire indicazioni al fine di sviluppare un approccio diagnostico omogeneo su base regionale per la diagnostica e testing in vitro per la ricerca del Covid-19".

 

Pm: "Esclusi metodi già validati" Per i pm di Pavia l'accordo, quindi, escluse altri metodi per rilevare gli anticorpi ("pungidito"), anche sulla scorta di articoli del professor Baldanti (del San Matteo, indagato ndr) nonostante altre Regioni ne avessero fatto ricorso. Furono esclusi quindi altri operatori con "metodologie già validate o in possesso di marchiatura Ce, a differenza di Diasorin", il cui utilizzo fu oggetto di "esplicite diffide da parte dell'Assessorato regionale alla sanità e dalle Ats regionali e provinciali che vi avevano fatto ricorso".

 

"Indagare sui legami politici" Per fare luce sui "legami politici" che possono aver influito sulla scelta della Diasorin come partner del San Matteo, secondo i pm di Pavia "occorre riferire che la Diasorin spa, oltre alla sede di Saluggia (Vercelli) ha uffici nell'Insubrias Biopark a Gerenzano (Varese)". Nel decreto di perquisizione è scritto che nel polo scientifico tecnologico "si trova la sede legale della Fondazione Istituto insubrico il cui direttore generale e' Andrea Gambini, già commissario della Lega varesina e presidente della Fondazione IRCCS Carlo Besta".

 

Diasorin: "Operato corretto, fiducia nella giustizia" In merito alle indagini, la Diasorin ha ribadito in una nota "la correttezza del proprio operato", riponendo "piena fiducia" nell'esito degli accertamenti che saranno svolti dall'autorità giudiziaria". La multinazionale, inoltre, ha ricordato che la decisione del Tar per la Lombardia di annullare tale accordo, sulla base dei medesimi rilievi attualmente posti a fondamento dell'ipotesi investigativa della Procura di Pavia, "è stata sospesa dal Consiglio di Stato". 

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