Scambio in culla a Brescia, parla la mamma: "Mio marito si è accorto che la bimba era diversa dal parto"
In esclusiva a "Pomeriggio Cinque", la donna spiega di essersi resa poi conto dell'errore attraverso il braccialetto della neonata
È ancora sotto shock Paola, la donna di Rovato che a ottobre è stata vittima di uno scambio di neonati presso la Fondazione Poliambulanza di Brescia, dove subito dopo il parto si è presa cura per diverse ore di una neonata che in realtà non era sua. "Quando mi hanno detto che potevo vedere mia figlia, dopo l'esito del tampone per il Covid_19, sono andata alla nursery per portarla in camera - ricorda Paola in esclusiva a "Pomeriggio Cinque", durante la puntata di lunedì 24 gennaio - L'ho guardata, baciata, abbracciata, coccolata, nutrita e ho anche fatto le foto".
La donna ha poi svelato di essere stata tratta in inganno dagli stessi vestitini da lei forniti, ma anche dall'angioma che entrambe le bimbe presentavano sull'occhio sinistro. "Quando ho fatto la video-chiamata con mio marito (l'unico oltre a me ad averla vista al momento del parto), mi disse che la bimba sembrava un pochino più grande e che non era la nostra. Cercai il braccialettino, che dal polso era caduto nella culla, ma non corrispondevano né il nome né il numero".
Il racconto prosegue, nella convinzione di Paola che lo scambio fosse avvenuto solo per i braccialetti, perché "nella mia testa non ero arrivata a pensare che avessero scambiato le bambine", fino alla triste scoperta. "Vado ancora dallo psicologo perché è stato molto traumatizzante", conclude nel collegamento con Barbara d'Urso.
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