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Omicidio Yara, iniziato l'appello: scontro in aula, pg chiede conferma ergastolo

Presenti i familiari di Massimo Bossetti che spera di ribaltare la prima condanna e attacca il procuratore generale: "Dice idiozie"

Omicidio Yara, iniziato l'appello: scontro in aula, pg chiede conferma ergastolo - foto 1
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E' scontro tra il pg di Brescia, Marco Martani, e Massimo Bossetti nella prima udienza del processo d'appello che vede il muratore di Mapello unico imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio. La speranza di Bossetti, accusato di omicidio volontario pluriaggravato, è ottenere un ribaltamento della sentenza che nel 2016 portò alla sua condanna all'ergastolo.

Al termine della sua requisitoria, Martani ha chiesto la conferma dell'ergastolo.

Il pg ha detto in aula che Yara è stata uccisa "per motivi che solo" l'imputato "sa e potrebbe dire se volesse confessare". Martani ha quindi chiesto il riconoscimento del reato di calunnia caduto in primo grado. In aula c'erano anche Ester Arzuffi, Laura Bossetti e Marita Comi, madre, sorella e moglie di Massimo Bossetti per assistere all'udienza. Assenti, invece, i genitori di Yara come accaduto anche in primo grado.

Bossetti stringe la mano alla moglie - All'inizio dell'udienza Bossetti e la moglie si sono stretti affettuosamente la mano. I giudici della Corte d'assise di secondo grado hanno concesso che l'imputato stesse seduto a fianco ai suoi difensori e quando il muratore è passato dalla gabbia al banco ha salutato la moglie, seduta nelle file retrostanti.

I legali depositano una foto satellitare - I legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno chiesto ai giudici di poter integrare i motivi aggiunti d'appello depositando, tra le altre cose, una chiavetta con un file contenente una fotografia satellitare. Quest'ultima, secondo la difesa, potrebbe dimostrare che il cadavere della ragazzina non è rimasto nel campo di Chignolo d'Isola per tre mesi prima del ritrovamento. Il sostituto pg Marco Martani non si è opposto alla produzione della difesa, spiegando che comunque ciò che interessa nel processo è accertare "la verità".


Il pg di Brescia: "Ergastolo ineccepibile" - La sentenza che in primo grado ha condannato Massimo Bossetti all'ergastolo "è ineccepibile", presenta "una motivazione coerente, logica, completa e dà puntualmente conto delle acquisizioni processuali", ha detto il sostituto procuratore generale di Brescia all'inizio del suo intervento. Il pg ha inoltre chiarito che con l'accesso di fotografi e operatori tv in aula ci sarebbe stata soltanto "una spettacolarizzazione" del procedimento.

E' "oltre il limite del grottesco l'ipotesi che si sia fatto ricorso ad Hacking Team", una società di investigazione, "per la costruzione di un Dna sintetico" per incastrare Bossetti, come sostiene la sua difesa, ha aggiunto il pg, spiegando inoltre che questa tesi proposta nei motivi d'appello dai difensori del muratore lascia anche "sottese accuse gravissime al Ros dei carabinieri che nell'ipotesi della difesa avrebbero contatti con soggetti esterni per costruire prove false".

Assoluta certezza dal Dna - Dagli accertamenti e dalle analisi scientifiche che hanno attribuito il profilo genetico di 'Ignoto1' a Massimo Bossetti è arrivata una "probabilità statistica di assoluta certezza" in relazione "alla responsabilità dell'imputato", ha spiegato ancora Martani, il quale ha anche chiarito che il nuovo elemento portato dalla difesa del muratore, ossia le fotografie satellitari del campo dove fu trovato il cadavere, "non provano nulla". "Raramente - ha aggiunto il magistrato - ho visto dati statistici così rassicuranti sui livelli di probabilità come in questa indagine: qua infatti si può dire che non esiste tra i miliardi di persone sulla terra un altro soggetto con il Dna di 'Ignoto1' attribuito a Bossetti".

Bossetti protesta con pg - "Viene qua a dire idiozie". Così Massimo Bossetti ha protestato per alcuni secondi, alzandosi dal banco degli imputati e richiamato dalla guardie penitenziarie, contro un passaggio dell'intervento del procuratore generale Martani.