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Incinta batte il coravirus con la cura del plasma: è il primo caso al mondo

La guarigione di una malata 28enne di Mantova: non risultano altre donne in attesa colpite da Covid-19 trattate e guarite con lʼinfusione dellʼemocomponente

Non ha trattenuto le lacrime quando ha lasciato l'ospedale di Mantova, con in grembo un feto di 24 settimane e a casa ad attenderla un'altra bimba. Pamela Vincenzi, 28 anni, potrà riabbracciarla dopo tredici giorni di ricovero, in cui ha sconfitto il coronavirus, curata con due sacche di plasma iperimmune, prelevato da pazienti guariti. Un caso raro se non ancora unico. Secondo una ricerca bibliografica, sottolinea l'Asst mantovana, non ne risultano al mondo altri di donne incinte colpite da Covid-19 trattate e guarite con l'infusione dell'emocomponente.

"Il plasma mi ha fatto rinascere - ha raccontato la mamma mantovana prima di tornare a casa, dopo il secondo tampone negativo e un commosso saluto al personale sanitario. - Ero molto abbattuta, ma ho trovato professionisti straordinari. La bimba che nascerà si chiamerà Beatrice Vittoria. Perché abbiamo vinto questa battaglia".

 

La 28enne è stata ricoverata il 9 aprile seguendo il percorso Covid dedicato alla gravidanza e l'indomani, per il peggioramento delle sue condizioni, è stata trasferita in Pneumologia, evitando la ventilazione assistita per proteggere il feto.

 

"Dopo la terapia con il plasma - ha spiegato Giuseppe De Donno, direttore della Pneumologia dell'ospedale di Mantova, -corona il miglioramento è stato decisivo".

 

A Mantova definiscono "incoraggiante" il percorso della cura con il plasma convalescente, ricco di anticorpi: nell'ambito del protocollo siglato con il Policlinico San Matteo di Pavia sono stati trattati 24 malati con 50 sacche di emocomponente. Ma non ci sono ancora evidenze univoche.

 

"La plasmaterapia è una pratica medica in atto da fine Ottocento, che abbia validità ed efficacia lo sappiamo, non sappiamo ancora per questa malattia - osservava in conferenza stampa alla Protezione civile Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico. - Speriamo che la sperimentazione dei colleghi Mantova dia buoni risultati, non abbiamo risposte perché è passato troppo poco tempo. A breve avremo un risultato, ma è una delle vie aperte".

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