Expo, Raffaele Cantone: "Servono poteri, non faccio gite milanesi"
"La nostra presenza ha un senso se ci danno strumenti di controllo ad hoc e se si impone alle società private di seguire le norme di trasparenza", dice il presidente dellʼAutorità anticorruzione chiamato dal premier Renzi
"Non ho intenzione né voglia di fare gite milanesi". Lo ha detto Raffaele Cantone, il presidente dell'Autorità anticorruzione chiamato dal premier, Matteo Renzi, a seguire i lavori dell'Expo dopo i recenti scandali. "La nostra presenza ha un senso se ci danno strumenti di controllo ad hoc e se si impone alle società private di seguire le norme di trasparenza", ha aggiunto Cantone.
A giudizio di Cantone, che è intervenuto alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli Federico II "allo stato non c'è possibilità che l'Autorità possa occuparsi delle vicende dell'Expo". "Il tema - aggiunge - è provare a individuare poteri specifici transitori e che riguardino solo quell'evento". "Questi poteri servono - sottolinea - e dovranno essere tali da lasciare indipendente l'Autorità".
"In linea di principio rispetto a Tangentopoli la corruzione si è evoluta, il sistema dei comitati d'affari è più pericoloso di Tangentopoli. Oggi la politica non è neanche più in grado di gestire la corruzione". A gestire una "corruzione che cambia profilo - conclude - sono vere lobby nelle quali la politica svolge un ruolo di aiuto per avere vantaggi diretti o indiretti".