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Caso Yara, conclusa la prima udienza Bossetti: "Mi sento più tranquillo"

Eʼ iniziato in Corte dʼAssise a Bergamo il processo per la morte della 13enne. Il pm dice no alle videocamere: "No alla spettacolarizzazione di questa tragedia"

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"Mi sento più tranquillo, ho molta fiducia nella giustizia". Lo ha detto Massimo Bossetti al suo legale, Claudio Salvagni, al termine della prima udienza del processo per la morte di Yara Gambirasio davanti alla Corte d'Assise di Bergamo. Il muratore, presente in aula, ha seguito le prime fasi del dibattimento con molta attenzione e senza mai distrarsi.

L'imputato è apparso nervoso - Bossetti si è presentato in aula in jeans e polo grigio scuri, ai piedi un paio di snaker. Nel gabbiotto in vetro destinato agli imputati, è rimasto seduto su una sedia con i gomiti appoggiati a un tavolo, in modo da guardare i giudici e dare le spalle al pubblico. Il suo nervosismo è apparso evidente.

La difesa ha chiesto la nullità del prelievo del Dna - Durante l'udienza i difensori di Massimo Bossetti hanno chiesto ai giudici della Corte d'assise di Bergamo la nullità del prelievo del Dna con boccaglio, avvenuto nel corso di un controllo stradale simulato, da cui derivò che il Dna del muratore era lo stesso di Ignoto 1. Secondo gli avvocati Salvagni eCamporini, quel prelievo doveva essere eseguito con le garanzie difensive in quanto "non si può dire che il signor Bossetti il 15 giugno dell'anno scorso non fosse indagato".

Processo aggiornato al 17 luglio - Il primo atto del processo per la morte di Yara è durato circa tre ore. I giudici della Corte d'Assise di Bergamo hanno infatti aggiornato l'udienza al 17 luglio, quando decideranno sulle eccezioni preliminari sollevate dalla difesa di Massimo Bossetti, che era presente in aula, a cui si è opposta la Procura. I giudici, sempre in quella data, decideranno anche sull'ammissione in aula delle telecamere: pm e parti civili non hanno dato il loro consenso.

Pm: "No alle telecamere" - Nel negare il suo assenso alle telecamere, il pm Letizia Ruggeri ha spiegato di voler evitare "una spettacolarizzazione di questa tragedia": "Devo anche rilevare che alcuni organi di informazione non si sono comportati correttamente diffondendo notizie che non dovevano essere diffuse". Anche la famiglia di Yara Gambirasio non ha dato l'assenso mentre la difesa di Massimo Bossetti si era associata alla decisione delle parti civili.