Bergamo, monastero chiude dopo 750 anni: "Siamo rimaste in cinque, l'età avanza"
Le suore del Matris Domini saranno trasferite in Toscana. Incerto il destino del complesso
Il monastero chiude dopo 750 anni di onorato servizio per la comunità bergamasca.
"L'età avanza, siamo rimaste in cinque", è la motivazione delle suore domenicane del Matris Domini di Bergamo, che lo hanno abitato e che ora verranno trasferite in Toscana. A dare la notizia del commiato alla città, a ridosso della Pasqua, è stata suor Angelita Roncelli. "Non siamo più una comunità - aggiunge, - ma una 'famigliola', che fatica a portare avanti le attività liturgiche e le incombenze quotidiane, e non può neppure eleggere una nuova priora". Ma cosa sarà dell'imponente struttura?
Il monastero Matris Domini di Bergamo nacque ufficialmente inizio il 25 marzo 1273. Esattamente 751 anni dopo la sua fondazione, dunque, è arrivata la notizia della sua chiusura. La peggiore, nonostante tutte le difficoltà incontrate e superate nei suoi secoli di storia.
Così le cinque suore di Bergamo si trasferiranno entro settembre in Toscana, nel monastero di Santa Maria della Neve e San Domenico, a Pratovecchio Stia, in provincia di Arezzo, dove ad attenderle c'è un'altra comunità.
Sulla sorte dell'intero complesso ormai a Bergamo è un decennio che se ne parla. Come riferisce Il Giorno, la chiesa di origine romanica, ristrutturata in stile barocco nel Seicento, resterà luogo di culto e probabilmente passerà alla parrocchia di Pignolo. Tutto il complesso è, comunque, vincolato dalla Soprintendenza delle Belle Arti. Senza dimenticare che al suo interno è racchiuso un piccolo tesoro: un mini museo, inaugurato nel 2000, aperto al pubblico nel fine settimana, dove sono conservati affreschi medievali tra i più antichi della Lombardia.
Il monastero, inoltre, che è composto da una foresteria con dieci camere e gli spazi in uso alle religiose (celle, refettorio, sale per le attività della comunità, due chiostri e un giardino coltivato a orto), potrebbe venir ceduto a un'altra comunità religiosa. Questa la speranza di Suor Angelita, perché continui a restare un punto di riferimento per la comunità religiosa bergamasca.
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