Lecce, multe cancellate in cambio di regali: 46 indagati
Oltre 500 verbali sarebbero stati annullati per ottenere, "non solo utilità di vario genere come biglietti per spettacoli, ma anche il rafforzamento del consenso elettorale"
A Lecce la guardia di finanza ha notificato misure interdittive nell'ambito di una maxi-inchiesta che vede indagate 46 persone coinvolte in un presunto giro di corruzione nel settore della polizia locale.
Secondo le indagini, oltre 500 verbali per infrazioni al codice della strada sarebbero stati annullati in cambio di regali. Coinvolti anche tre dipendenti dell'ufficio verbali. L'indagine risalirebbe ad alcuni anni fa e sarebbe stata rallentata a causa della pandemia.
I reati contestati e gli indagati
Tra i reati contestati ci sono corruzione, falso e accesso abusivo al sistema informatico. L'indagine della Gdf è partita nel 2019 e ha riguardato principalmente tre dipendenti della polizia locale di Lecce (due dei quali destinatari delle misure di interdizione che sono accusati di associazione per delinquere, corruzione, accesso abusivo alle banche dati, falso e soppressione di atti pubblici), un dipendente di una società municipalizzata di Lecce e uno della polizia provinciale. Tra i politici indagati c'è anche un consigliere comunale di minoranza. Indagati anche un ex assessore e un'altra vigilessa.
Biglietti e rafforzamento consenso elettorale in cambio di multe cancellate
Secondo la ricostruzione investigativa del nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce, avrebbero annullato e/o archiviato verbali per violazioni al codice della Strada (oltre 500 i casi analizzati), a un'ampia platea di persone, legati da rapporti di amicizia o interesse. In cambio dell'annullamento dei verbali alcuni politici locali avrebbero ottenuto - spiega la guardia di finanza in una nota - "il rafforzamento del consenso elettorale". Tra le altre utilità ottenute da chi riusciva ad annullare le multe, c'erano biglietti per spettacoli pubblici, per le giostre, addobbi per matrimoni e servizi di trasloco.
Le condotte contestate hanno interessato, nel tempo, anche il personale di altre pubbliche amministrazioni (non raggiunti da alcuna misura cautelare), "consentendo agli indagati di ampliare lo spettro di conoscenze e di relazioni in maniera trasversale, garantendo - evidenzia la Gdf - in un meccanismo di reciproca disponibilità allo scambio di favori, l'annullamento di atti amministrativi".
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