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Terrorismo, 007: "Italia più esposta, rischio di infiltrazioni dai Balcani"

Relazione degli 007 al Parlamento sulla minaccia dellʼIsis e di Al Qaeda: "Il rischio di attentati in Europa è ancora alto e cresce il numero dei foreign fighters". Intanto la Macedonia ha riaperto le frontiere per 4 ore

Per la relazione dell'intelligence, inviata al Parlamento, "è elevato il rischio di nuove azioni in territorio europeo" da parte del terrorismo; potrebbero essere "attacchi eclatanti sullo stile di quelli di Parigi".

In particolare nella relazione annuale si legge che l'Italia "appare sempre più esposta" alla minaccia jihadista a causa dei rapporti con Israele e Usa e di eventi straordinari come il Giubileo anche se non sono ancora emersi riscontri.

"Salto di qualità strategico" - La relazione segnala "un inquietante salto di qualità strategico della sfida posta dal terrorismo internazionale": a un arretramento sul piano militare del Califfato è corrisposta una "proiezione extraterritoriale" di tipo terroristico. Questi ultimi hanno evidenziato "forme di coordinamento orizzontale flessibile - seppure stabile e continuativo grazie anche alle comunicazioni su social network e chat criptate - tra una 'direzione centrale', presente in territorio siriano o iracheno, e cellule delocalizzate, chiamate a gestire in autonomia i dettagli della pianificazione operativa, calibrando logistica, obiettivi, tempi e luoghi secondo capacita' ed opportunità".

Gli attori principali della minaccia - I pericoli vengono soprattutto dai jihadisti individuali che si radicalizzano sul web; da lupi solitari e microcellule presenti in Occidente; da foreign fighters di ritorno. Un "ulteriore elemento di pericolo" arriva poi dal rischio emulazione degli attentati francesi, portati avanti contro 'soft target' per i quali "è impensabile poter assicurare la protezione fisica". "La minaccia così delineata - osserva la relazione - che può concretizzarsi per mano di un novero diversificato di attori, rende il 'rischio zero' oggettivamente impossibile". Non è poi superato il pericolo Al Qaeda, anzi, "proprio la competizione con Daesh (ossia l'Isis, ndr) potrebbe rafforzare la determinazione qaidista a intervenire sulla scena globale con atti eclatanti".

Rischio di infiltrazioni dai Balcani - Nessun riscontro di infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori dal Nordafrica, mentre il rischio "si presenta più concreto" lungo la rotta balcanica. Lo riporta la relazione, che inoltre evidenzia come la regione balcanica sia zona di transito privilegiato di foreign fighters (oltre 900 sono partiti da lì per i teatri di guerra), nonché area di "realtà oltranziste consolidate".