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Terremoto, gli sfollati: no container e new town, sì ai mini-chalet

Da Amatrice a Arquata le popolazioni colpite dal sisma del Centro Italia chiedono sistemazioni provvisorie nelle unità in legno sul modello di Onna, a LʼAquila

Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto: i 2.500 sfollati del terremoto del 24 agosto tra Reatino e Ascolano hanno le idee chiare in tema di ricostruzione.

"Né container, né new town dopo le tendopoli - è l'idea che circola tra loro - ma mini-chalet sul modello di Onna, a L'Aquila, vicini a dove abitavamo". Il modello a cui guardano, dunque, è il Map, modulo abitativo provvisorio, a un unico piano, dai 40 ai 70 metri quadri a famiglia e interamente realizzato in legno. Per ritrovare il calore di una casa, anche se precaria, e per tentare di recuperare la quotidianità sotto un tetto sicuro.

Il modello Onna Tra le tante ipotesi, dunque, per il dopo-tendopoli, le popolazioni chiedono di ripetere il modello Onna (L'Aquila). I moduli abitativi provvisori in legno, nel paesino che fu cancellato dal sisma del 2009, furono finanziati dalla Germania di Angela Merkel. Per ognuno si richiedono venti giorni di lavoro e circa 50mila euro di spesa per 40 metri di casa, con un costo di circa 1.400 euro a metro quadro. Anche nelle zone distrutte dalla scossa del 24 agosto, la consegna potrebbe avvenire in tre mesi.

I dettagli del progetto Anche in questo caso si tratterebbe di mini-chalet su misura in legno massello, calibrati su ogni famiglia, da 40 a 70 metri quadri, dotati di impianto idrico-sanitario, cucina, riscaldamento e impianto elettrico-telefonico, poggiati su speciali basamenti costituiti da piastre in calcestruzzo dallo spessore di circa 20 centimetri, con funzione di isolante dal terreno. In tutto, una o due camere da letto, su un piano, con cucina e bagno, da consegnare entro il 30 settembre. Ne servirebbero circa 700 per il costo di 35 milioni di euro. Da stabilire le aree di insediamento.