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Processo Cucchi, indagato un altro carabiniere per favoreggiamento

Il nome del geometra è risultato sbianchettato e coperto con un altro nome nel registro del fotosegnalamento tenuto nella caserma dellʼArma dove fu portato dopo lʼarresto

Processo Cucchi, indagato un altro carabiniere per favoreggiamento - foto 1
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Continua il processo sulla morte di Stefano Cucchi, il geomentra arrestato per droga il 15 ottobre 2009 e deceduto una settimana dopo in ospedale.

Ai cinque carabinieri indagati, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale, se n'è aggiunto un altro: il colonnello Lorenzo Sabatino, accusato di favoreggiamento per occultamento e manipolazione delle prove condotta nel novembre 2015 dal Reparto Operativo dell'Arma di Roma, di cui era allora comandante.

Al centro delle testimonianze ascoltate nell'udienza del 14 febbraio ci sono stati il fotosegnalamento cancellato in occasione del suo arresto e il fatto che Stefano Cucchi in tribunale aveva il volto tumefatto. Su queste circostanze è stato sentito in aula il maggiore dei carabinieri Pantaleone Grimaldi.

L'ufficiale ebbe un contatto con questa storia nel novembre 2015, all'epoca della riapertura delle indagini. A contattarlo fu il Comandante del Reparto operativo di Roma, colonnello Lorenzo Sabatino. Gli disse che di lì a poco in caserma si sarebbe presentato il capitano Tiziano Testarmata, all'epoca al nucleo investigativo dei carabinieri provinciali, per acquisire una serie di documenti. Tra gli atti da prelevare, e di cui avrebbe preteso di avere solo una copia conforme, c'era il registro dei fotosegnalamenti.

"Il capitano mi fece presente che c'era qualcosa che non quadrava - ha detto Grimaldi in aula -. Su un rigo, un nome era stato sbianchettato e sopra era stato scritto un altro nome. Mi resi conto immediatamente dell'anomalia, in quel caso mi sembrò qualcosa in più di un'irregolarità. Meritava un maggiore approfondimento, quell'atto andava sequestrato e acquisito. Guardando in controluce mi resi conto che cancellato si poteva leggere il nome di Cucchi".

"Ascoltando le mie obiezioni - ha continuato Grimaldi - il capitano Testarmata si mostrò molto perplesso, non sapeva cosa fare e mi rispose che avrebbe chiesto direttive, quindi uscì dalla stanza per fare una telefonata. Non so a chi chiese direttive, so che poco dopo tornò dicendo che la direttiva restava quella di fare una copia conforme, senza prendere l'originale". Quel fascicolo fu successivamente acquisito in originale su ordine della Procura.

Altri testimoni sono stati sentiti in aula. Tra questi una serie di persone che hanno avuto contatti con Cucchi nella palestra che frequentava: tutti hanno detto che prima del suo arresto, il giovane si allenava regolarmente, ma era una persona esile, molto magra. E poi, Massimiliano Di Carlo, un agente della penitenziaria che vide il giovane nelle celle del tribunale prima del suo accompagnamento in aula per l'udienza di convalida dell'arresto. "Aveva il volto tumefatto con delle macchie scure di colore marrone sul viso - ha detto testimoniando per la prima volta al processo -. All'epoca commentai con un collega, dicendo 'guarda com'è conciata questa persona'".