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Marta Russo, "da vent'anni vivo con il suo cuore"

A Il Messaggero parla la donna che ha ricevuto il muscolo cardiaco della studentessa romana 22enne uccisa con un colpo di pistola la mattina del 9 maggio 1997 mentre camminava nei vialetti dellʼUniversità La Sapienza

Marta Russo,
dal-web

Da vent'anni il cuore di Marta Russo, la studentessa 22enne colpita a morte la mattina del 9 maggio 1997 mentre passeggiava nei vialetti dell'Università La Sapienza di Roma, batte nel petto di Domenica Virzì di Enna.

"Dal giorno del trapianto la mia vita è cambiata totalmente - racconta a Il Messaggero. - Il cuore di Marta mi ha dato la forza per andare avanti. Ora batte tranquillo".

"Marta mi ha ridato la vita - continua la signora Virzì, mamma di quattro figli colpita da una grave patologia cardiaca all'età di trent'anni. - Non avrei mai pensato di riuscire a vedere i miei nipotini, i miei figli crescere".

"Dopo l'operazione - ricorda tornando a quel 14 maggio 1997, giorno del trapianto, - quando mi sono svegliata, mi sono sentita subito bene. Stavo bene e ho avuto un unico desiderio: incontrare i genitori di Marta, anche se la legge non consente di sapere chi è il donatore, ma il caso era eclatante e mi hanno cercato anche loro".

Da allora Domenica Virzì è entrata a pieno titolo nella famiglia Russo, che piange la scomparsa di una figlia e si batte ancora oggi per far luce sull'intricato caso giudiziario, ma ha generosamente ridato la vita a cinque persone. "Il cuore di Marta - conclude - mi ha dato la forza per andare avanti, per reagire all'operazione. C'erano anche quella mamma e quel papà da non deludere; il primo periodo ho temuto il rigetto, ma è andato tutto bene. Ora batte tranquillo e giro le scuole con la mamma di Marta per spiegare l'importanza della donazione degli organi".