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"I bambini disturbano", il sindaco di un paesino vicino a Roma vieta di giocare a pallone in piazza

Fa discutere l'ordinanza del primo cittadino di Bellegra, in valle Aniene. Lo spazio pubblico è stato coperto per essere fruibile dodici mesi all'anno. La protesta di alcuni abitanti: "Disposizione assurda"

Ansa

I bambini non possono giocare a calcio in piazza perché disturbano "le altre persone e il decoro pubblico". Così ha deciso il sindaco di Bellegra, un paesino in provincia di Roma, che con un'ordinanza ha vietato anche le biciclette. Bambini e ragazzi non potranno dunque divertirsi nella piazza coperta del piccolo centro dell'alta Valle Aniene. Chi non rispetta il divieto rischia sanzioni da 25 a 500 euro.    

Il sindaco: "Spazio fruibile a tutti, ma il pallone e le biciclette lo danneggiano" - "Abbiamo messo a disposizione di tutti - chiarisce il primo cittadino, Flavio Cera -  uno spazio fruibile sia d'estate sia d'inverno". La centralissima piazza Padre Marco Morasca è infatti stata coperta proprio per essere accessibile 12 mesi all'anno. "Purtroppo - aggiunge il sindaco - giungono frequenti segnalazioni che all'interno della piazza gruppi giocano a pallone o con le biciclette recando disturbo alle persone e con danneggiamenti che dobbiamo ogni volta riparare. Pertanto, per salvaguardare questo spazio, abbiamo emesso un'ordinanza che vieta l'uso di palloni e biciclette dentro la piazza coperta". 

 

Protesta sui social: "Togliamo ai bambini il diritto di giocare" - Molti cittadini hanno accolto con favore il provvedimento elogiando l'iniziativa, ma non sono mancate le critiche. "Passiamo dall'assurdo al ridicolo in poche righe - fa notare via social Alessandro Pascucci, un abitante di Bellegra -. Ma veramente vogliamo togliere ai nostri bambini, al nostro futuro, la voglia di giocare in compagnia in un luogo pubblico? Trovo in generale un certo tipo di divieti assurdi, ma quando vedo che è vietato giocare a pallone o girare con una bici, allora mi inc...".

 

E ancora: "Per un bambino il gioco è la sua vita, è come per un adulto il lavoro o la famiglia. Togliere spazi urbani ai bambini è come licenziare il papà da un posto di lavoro. Le piazze sono luoghi da vivere perché c'è qualcuno che le riempie, altrimenti sono spazi vuoti privi di anima, 'non luoghi'. Il calcio e la bici poi sono i giochi del popolo delle nostre tradizioni. Stiamo costruendo una generazione di ragazzi schiavi del pc e dello smartphone. Non mi venite a parlare di arredo urbano e decoro. Siamo tutti cresciuti giocando in una piazza e raccogliendo palloni sotto le ruote delle macchine".

 

"I rumori dei bambini ci danno fastidio?" - Un'altra abitante di Bellegra, Elisa Nera, rincara la dose: "Riguardo al divieto degli strilli, in pandemia i rumori dei bambini ci sono mancati. E adesso danno fastidio? Avevo trovato che fosse una buona idea chiudere la piazza con le finestre per viverla dodici mesi l'anno, ma con tutte queste restrizioni più che un luogo di svago sembra un museo". 

 

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