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Disabile precipitato dalla finestra a Roma, indagati quattro agenti

Le accuse contestate dalla Procura capitolina sono di tentato omicidio e falso

Quattro agenti del commissariato Primavalle sono stati iscritti nel registro degli indagati in relazione alla vicenda di Hasib Omerovic, il 36enne sordomuto precipitato il 25 luglio dalla finestra della sua abitazione a Roma nel corso di una perquisizione delle forze dell'ordine.

Si tratta di un atto dovuto, necessario per fare gli accertamenti di rito e a garanzia degli stessi indagati. Le accuse contestate dalla Procura capitolina, a seconda delle posizioni, sono di tentato omicidio e falso.

L'inchiesta del pm Stefano Luciani, affidata al lavoro degli investigatori della squadra mobile di Roma, dovrà stabilire quale sia la causa di questo tragico evento.

 

La ricostruzione - Come riportato dal quotidiano Il Messaggero, i quattro poliziotti che hanno bussato alla porta dell'abitazione della famiglia Omerovic non avevano un mandato di perquisizione della Procura. Si sarebbe trattato dunque di un intervento di iniziativa, non legato a una attività delegata dall'autorità giudiziaria, ma dalle proteste di alcuni residenti che accusavano Hasib su Facebook di aver importunato delle ragazze. Una telefonata al commissariato sarebbe arrivata proprio il 25 luglio.

 

La relazione di servizio - Secondo quanto scritto nella relazione di servizio, alle 12:29 personale del commissariato Primavalle è intervenuto "per identificare un cittadino bosniaco, il quale, a seguito del controllo, si è gettato dalla finestra di casa, cadendo nel cortile condominiale. Soccorso dal personale del 118, è stato trasferito al policlinico Gemelli". Sulla base di questa segnalazione arrivata in Procura, che lasciava intendere si trattasse di un tentato suicidio, il pm di turno non ha disposto accertamenti o delegato indagini. Il fascicolo, quindi, è stato aperto senza ipotesi di reato. 

 

La denuncia dei familiari - In seguito alla denuncia dei familiari del 36enne disabile, il quadro indiziario è apparso più grave. La sorella minore di Hasib, l'unica a essere presente con lui nell'appartamento quella mattina, ha dichiarato di aver visto gli agenti picchiare il fratello e spingerlo giù dalla finestra. Ma gli inquirenti hanno dubbi sulla sua attendibilità di testimone oculare perché probabilmente si trovava in una stanza che non le consentiva di osservare la scena.

 

Ipotesi di inquinamento delle prove - Il ritardo di 15 giorni nell'avvio delle indagini potrebbe aver comportato anche un inquinamento delle prove. Le lenzuola macchiate di sangue e il bastone spezzato di una scopa, trovati nell’appartamento, sono stati sequestrati solo il 12 agosto per permettere gli accertamenti della Scientifica. Dai racconti di alcuni vicini di casa, infatti, sembra ci fossero frequenti liti in famiglia, visto che sentivano le urla dei fratelli. Gli accertamenti sono stati allargati anche ad altri 4 agenti della catena di comando del commissariato Primavalle: l'obiettivo è verificare se ci siano state omissioni o favoreggiamenti.

 

Le condizioni del 36enne - Intanto Hasib, sordomuto dalla nascita, si trova ancora in coma al policlinico Gemelli con svariate fratture. Le sue condizioni sono in leggero miglioramento: non è più in pericolo di vita, ma resta un quadro clinico complesso alla luce dei tre interventi chirurgici a cui è stato sottoposto.

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