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Caso Cucchi, giudici: "Colpe dei medici, ma non si sarebbe salvato"

Nelle motivazioni si legge che "i dottori hanno colposamente omesso di diagnosticare la sindrome da inanizione". Ilaria Cucchi lancia un appello ad Anm e Csm

Secondo la sentenza di assoluzione per i cinque medici del "Pertini" sotto accusa per la morte di Stefano Cucchi, le colpe dei dottori non sono state tali da essere la causa del decesso del geometra romano.

Nelle motivazioni si legge che "hanno colposamente omesso di diagnosticare la sindrome da inanizione" ma "appare logicamente poco probabile che Cucchi si sarebbe salvato".

"Morte per inanizione aggravata da epilessia e lesioni" - Per i giudici "è possibile individuare la causa della morte in un'insufficiente alimentazione e idratazione iniziata prima dell'arresto, alla quale devono aggiungersi le patologie da cui era affetto (epilessia, tossicodipendenza e riferito morbo celiaco), lo stress per i dolori delle lesioni lombo-sacrali e un quasi digiuno di protesta". Sono stati assolti dall'accusa di omicidio colposo il professor Aldo Fierro, primario del "Pertini", e i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo.

"La causa è il deterioramento cellulare" - "E' l'alterazione dei processi metabolici - ribadiscono i magistrati - la causa prima della morte di Cucchi che, producendo il deterioramento e la morte delle cellule, di cui sono composti gli organi, ha innescato quella che i periti hanno definito la causa ultima dell'exitus, che può essere dipesa sia da motivi cardiaci, come sostenuto dai consulenti del pm, sia da problemi neurologici, come sostenuto dai consulenti delle parti civili".

"Cucchi non aveva mangiato e bevuto a sufficienza" - Insomma la Corte ritiene "che Cucchi, durante la permanenza presso la predetta struttura non ha mangiato e bevuto a sufficienza", come emergerebbe dal fatto che il 20 e il 21 ottobre 2009 due dei medici hanno "raccomandato al paziente, che rifiutava a terapia infusionale, l'idratazione orale". E poi "va osservato che prima del 19 ottobre 2009 la sintomatologia di Stefano Cucchi, costituita sostanzialmente dall'estrema magrezza, mancanza di tessuto adiposo e di muscolatura, non consentiva di porre la diagnosi di `sindrome da inanizione`", non nascondendo "che si tratta di una diagnosi non facile, non rientrando la complessa materia nelle normali competenze di un medico".

Ilaria Cucchi: "Sono indignata, mi appello a Anm e Csm" - "Come sorella di Stefano e come cittadina sono indignata e amareggiata per un processo che normale non è. Mi rivolgo al presidente di Anm e al Csm per sapere se considerano 'fisiologico' l'andamento processuale sulla morte di Stefano. E se tutto questo sarebbe ugualmente accaduto se non gli fosse stata tolta la vita quando era nelle mani dello Stato". Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, dopo le motivazioni della sentenza dell'appello bis.