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La Spezia, Isabella e Lucia: dal matrimonio all'unione civile

Eʼ la prima coppia che utilizzerà la legge Cirinnà per trasformare la natura del loro legame

Ancora qualche dettaglio burocratico e poi due infermiere di La Spezia vedranno trasformato il loro matrimonio in unione civile.

E' la storia di Isabella e Lucia. Per effetto della legge Cirinnà, le due non saranno costrette al divorzio, come sarebbe avvenuto prima in caso uno dei due partner avesse cambiato sesso. Le infermiere si sono conosciute nel 2000, o meglio conosciuti - Isabella era, infatti, un uomo - e poi sposati nel 2001, finchè lui non ha capito di voler cambiare sesso. E ci è riuscito lo scorso 12 marzo al Kamol Hospital di Bangkok.

“Ora posso dire di essere una donna transessuale lesbica, finalmente sono io - ha dichiarato Isabella all'agenzia Dire- comincio a volermi bene. Prima non ce la facevo più, ho anche pensato di farla finita. Ma non volevo morire uomo. Poi è venuto tutto molto naturale”. E se tutto è andato bene è stato soprattutto merito della moglie Lucia, che gli è sempre stato vicino spinta dal suo amore. Un amore che è sempre andato oltre il genere. 

Lucia ha conosciuto suo marito - ora Isabella - sul luogo di lavoro il 24 luglio 2000 e si poi sposati il 7 gennaio 2001. “Mi ha sempre sostenuto e in questo mi sento molto fortunata e privilegiata perché non ho mai trovato ostacoli. Ho tribolato solo dentro me stessa - ha affermato Isabella - All'inizio era difficile, lei non capiva perché stessi male, pensava che la tradissi, che fossi gay. Ho veramente avuto paura di perderla. Quando poi sono riuscita a fare coming out, invece, tutto si è risolto in modo molto naturale. Certo, lei non è una donna lesbica, le interessa solo il nostro amore: spero che in futuro i suoi desideri non cambino, nonostante qualche sua collega le dica di cercarsene un altro”.

Oggi, dopo l'operazione si comportano come prima: fanno la spesa insieme, si addormentano abbracciate. Da quando Isabella è diventata donna, inoltre, si scambiano anche i vestiti

Il primo appuntamento prima della transizone è stato al Carnevale di Viareggio. A convincere Isabella a uscire è stata proprio Lucia, dicendole:  “Se ci incontra qualcuno almeno possiamo dire che siamo lì per il carnevale". 

Ad ogni modo, l'operazione è stata un sollievo anche per Lucia. Non per altri di La Spezia, che dopo la transizione non hanno più salutato Isabella o si sono distaccati. Ma, per fortuna, non tutti: "Non mi sono trovata ad affrontare particolari problemi, neppure alla posta quando mi presento ancora con documenti in cui risulto uomo o quando sono andata a votare per il referendum sulle trivelle”, ha dichiarato la transessuale, che ora desidera che la burocrazia non sia troppo lenta nel consegnarle una nuova carta d'identità

Prima dell'intervento della Cirinnà, la legge 162/1982 in casi come questi prevedeva il divorzio. Come ha spiegato sempre all'agenzia Dire l'avvocato Cathy La Torre di Gay Lex, che segue il percorso legale di Isabella e Lucia. “Ora - ha affermato La Torre - la legge prevede che il matrimonio venga ‘declassato' automaticamente in unione civile per decisione del giudice”.

Ma, considerato che il caso di Isabella e Lucia non ha precedenti, ora la decisione del giudice Ettore Di Roberto del Tribunale della Spezia segnerà una nuova via su come conciliare la legge del 1982 con la Cirinnà. “Rispetto a quanto succedeva prima possiamo ritenerci fortunate: senza unioni civili saremmo state costrette dallo Stato a ritenerci due estranee", ha dichiarato Isabella.

La Torre ha spiegato che sono circa un centinaio le storie italiane molto simili a quella delle due infermiere, tra cui tre coppie sposate che si sono opposte al divorzio che scatta sei mesi dopo il cambio di sesso.

L'avvocato, comunque, non è molto favorevole al passaggio dal matrimonio all' unione civile: “Perché due persone che si amano, che stanno già insieme da anni, devono vedere declassata la loro unione? Quale interesse può avere lo Stato in tutto ciò?“. Concetto ribadito anche in un suo post su Facebook.