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Gorizia, uccide la moglie e chiama i carabinieri: in casa c'era anche il figlio

La tragedia al culmine di una lite tra i due, che da tempo erano in pessimi rapporti. Lʼuomo ha ucciso la donna a coltellate e poi ha atteso lʼarrivo dei militari

Gorizia, uccide la moglie e chiama i carabinieri: in casa c'era anche il figlio - foto 1
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Una donna, Migena Kellezi, è stata uccisa a coltellate dal marito, Dritan Sulollari, al termine di una lite scoppiata nella loro abitazione a Gradisca d'Isonzo (Gorizia).

La donna è stata colpita alla gola con un coltello da cucina, mentre in casa, in un'altra stanza, si trovava anche il figlio di otto anni della coppia. L'uomo è stato arrestato dai carabinieri. La vittima e l'omicida sono entrambi di origine albanese, ma con cittadinanza italiana.

Dopo l'omicidio è stato Sulollari, 37 anni, a chiamare i carabinieri. Poi ha atteso i militari rimanendo in casa, in pieno centro, non lontano dal municipio. Quando sono arrivati, i carabinieri lo hanno trovato accanto alla moglie, 30 anni, ormai morta per le gravissime ferite procurate.

La lite, culminata con una coltellata fatale alla gola della donna, sarebbe avvenuta attorno alle 7:30. Per questo il bimbo di otto anni non era ancora stato svegliato dalla mamma per andare a scuola. L'assassino, resosi conto della gravità del gesto, sarebbe rimasto moltissimo tempo accanto al cadavere della moglie, salvo poi decidersi a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine anche per evitare che il figlio vedesse la tragica scena della madre priva di vita. Il piccolo è stato affidato alle cure di una psicologa.

Il legale dell'uomo, Paolo Bevilacqua, al termine dell'interrogatorio ha spiegato che "non siamo di fronte all'escalation di violenza di un marito geloso: i coniugi stavano affrontando un percorso di separazione consensuale e oggi è accaduto l'irreparabile, un epilogo totalmente inaspettato". L'avvocato tende a escludere che alla base dell'aggressione ci possa essere il timore da parte dell'uomo di una presunta infedeltà della donna, proprio perché erano già state avviate le pratiche per giungere a un epilogo dell'unione matrimoniale.