Coronavirus, Raffaele Cutolo resta al 41bis: "no" agli arresti domiciliari
Il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Emilia ha rigettato la richiesta della difesa. Il M5s: "Le nuove regole di Bonafede funzionano"
Il fondatore della Nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo, resta in carcere. Il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Emilia ha rigettato la richiesta della difesa di sospensione di esecuzione della pena con applicazione provvisoria della detenzione domiciliare, avanzata per motivi di salute legati all'epidemia da coronavirus. Cutolo, 78 anni, è detenuto in regime di 41bis nel carcere di Parma.
Il boss della camorra da 25 anni vive in regime di carcere duro e a gennaio era stato trasferito in ospedale per problemi respiratori. La difesa, ora, potrà impugnare il provvedimento di rigetto.
"Le nuove regole di Bonafede funzionano" "Funzionano le nuove regole del ministro Bonafede e i nuovi vertici del Dap, è l'antimafia dei fatti". Lo scrive su Twitter il presidente della commissione Giustizia della Camera, Francesca Businarolo, dopo la decisione del magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia di rigettare l'istanza di sospensione di esecuzione della pena per Raffaele Cutolo.
Le motivazioni del magistrato di Sorveglianza Raffaele Cutolo non ha una malattia di "gravità tale, da potersi formulare una prognosi infausta quoad vitam", e "l'ampia documentazione acquisita comprova una situazione detentiva rispettosa della dignità personale". E' un passaggio delle motivazioni con cui il magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia Cristina Ferrari ha rigettato l'istanza di detenzione domiciliare del boss di camorra. Nel provvedimento si dà conto anche del parere negativo alla concessione del beneficio della Dipartimento nazionale antimafia e della direzione distrettuale antimafia competenti vista la "caratura criminale" del boss.
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