E' morto Alberto Sed, sopravvissuto ad Auschwitz: per 50 anni non riuscì a parlare dell'orrore vissuto
Si è spento a Roma a 91 anni: ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a raccontare la sua storia
È scomparso a 91 anni Alberto Sed, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Sed, dopo essere stato catturato a Roma con sua madre e le due sorelle venne portato per un breve periodo a Fossoli, per poi essere condotto a Birkenau: lì gli venne tatuato il numero A-5491. "La sua scomparsa rappresenta un dolore immenso per tutta la Comunità. Una perdita ancora più dolorosa in questi tempi cupi in cui si riaffaccia l'odio antisemita. Con il sorriso ha saputo raccontare l'inferno e renderci persone migliori. Dio ne benedica la memoria", è il commiato di Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, che comunica la scomparsa di Alberto Sed.
La testimonianza di Sed, deportato dai nazisti nel maggio del ’44 all’età di 15 anni, è considerata dagli studiosi molto importante per la ricostruzione di ciò che avveniva nei campi di sterminio, e dell’esperienza dei minori italiani deportati. Per 50 anni Alberto non è riuscito a parlare con nessuno della sua terribile esperienza, neanche in famiglia.
Dal momento in cui ha deciso di raccontare la sua storia, Alberto è diventato uno dei testimoni della Shoah più attivi: nelle scuole, nelle carceri, con interviste. "Se io ho ricominciato a camminare dopo tutto quello che ho passato è stato per raccontare, andare nelle scuole – spiegò poi – e continuerò a farlo fino a quando ne avrò la forza".
Nel 2009 le sue memorie sono state raccontate dall’ufficiale dei carabinieri Roberto Riccardi nel libro "Sono stato un numero". Nel 2015 Sed ricevette dal Presidente Mattarella l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica per il suo impegno nella divulgazione della memoria.
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