VUOTI LEGISLATIVI

Dj Fabo, la Consulta: "C'è un vuoto legislativo, il Parlamento intervenga entro un anno"

La sentenza sul caso Cappato slitta al 2019: si doveva stabilire la costituzionalità dell'articolo 580 del codice penale che punisce l’istigazione al suicidio. Il legale: "Decisione storica"

24 Ott 2018 - 21:47

Le attuali norme sul fine vita non garantiscono tutele adeguate a chi si trova in "situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione". Lo ha stabilito la Corte costituzionale, in merito alla vicenda di Dj Fabo. Rinviando all'udienza del 24 settembre 2019 la trattazione della questione di costituzionalità dell'articolo 580 del codice penale, sull'aiuto al suicidio, si vuole consentire al Parlamento di intervenire con un'appropriata disciplina.

Decisione rinviata al 2019 - E' stata dunque, rinviata al 24 settembre 2019 la decisione sul caso Cappato, imputato per aiuto al suicidio, dopo il rinvio della Corte costituzionale a causa di "vuoti di tutela costituzionale". Nella Camera di consiglio la Corte "ha rilevato che l'attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti". Quindi, viene spiegato in una nota, "per consentire in primo luogo al Parlamento di intervenire con un'appropriata disciplina, la Corte ha deciso di rinviare la trattazione della questione di costituzionalità dell`articolo 580 codice penale all`udienza del 24 settembre 2019". "La relativa ordinanza sara' depositata a breve" e "resta ovviamente sospeso il processo a quo" ossia il procedimento nei confronti di Marco Cappato di fronte alla corte d'assise di Milano, che aveva inviato gli atti alla Consulta.

Le tappe della vicenda - Nessuna decisione, dunque, è stata presa sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d'Assise di Milano sul reato di aiuto al suicidio. Il collegio di giudici togati e popolari presieduti da Ilio Mannocci Pacini si era rivolto alla Consulta per sciogliere un dubbio giuridico: chiarire, cioè, se il reato di aiuto al suicidio (equiparato da una norma del 1930 all'istigazione al suicidio) può essere applicato al caso di Cappato, finito sotto processo per aver aiutato, con un'azione di disobbedenza civile, il disk jokey Fabiano Antoniani nella sua scelta di ricorrere al suicidio assistito. Il 40enne milanese, noto con il nome d'arte di Dj Fabo, aveva infatti espresso il desiderio di farla finita dopo il grave incidente d'auto che nel giugno 2014 lo rese tetraplegico e completamente cieco. Una libera scelta, la sua, che però non si sarebbe mai potuta concretizzare senza l'aiuto dell'esponente radicale. Un supporto non solo logistico e organizzativo, ma anche materiale dato che Cappato, oltre a prendere contatti con la clinica Dignitas, centro specializzato in questo tipo di interventi a pochi chilometri da Zurigo, e a sbrigare tutta una serie di pratiche burocratiche, accompagnò fisicamente Fabiano nel suo ultimo viaggio, guidando la macchina che lo portò da Milano alla Svizzera.

Il legale di Cappato: "Decisione storica" - E' arrivato immediato il commento di Filomena Gallo, uno dei legali del caso Cappato-Dj Fabo e segretario dell'associazione Coscioni: "E' una decisione storica, che a mia memoria non ha precedenti, perché non si limita a un monito al Parlamento, ma dà un monito con termine, indicando una data entro cui deve legiferare. Si tratta di un modello mutuato dalla Corte costituzionale tedesca, che ha poteri ordinatori nei confronti del Parlamento. Inoltre la Consulta ha evidenziato che nel nostro ordinamento c'è un vuoto di tutela su questo fronte".

L'intervento del Parlamento - I 15 giudici costituzionali hanno insomma deciso di lasciare il rebus giuridico in sospeso, in attesa che il Parlamento intervenga su questioni delicate ed eticamente sensibili come fine vita e suicidio assistito. Il quadro sarà più chiaro con l'ordinanza che "sara' depositata a breve". Ma è evidente che il rinvio di 11 mesi è frutto di una decisione presa proprio per "consentire in primo luogo al Parlamento di intervenire", come si legge nel comunicato diramato dalla Corte. Un messaggio netto, che difficilmente la politica potrà ignorare.

Marcucci: "Pd disponibile a fare una legge sul fine vita" - E una prima risposta politica è arrivata da Andrea Marcucci, capogruppo del Pd a Palazzo Madama: "In un Paese civile ed europeo, domani mattina tutti i gruppi parlamentari si siederebbero ad un tavolo per concordare una buona legge sul fine vita. Il Pd è disponibile a farlo, ma temo che a quel tavolo saremo soli" ha detto.

Fico: "La politica affronti questo tema" - "La decisione della Consulta è un'occasione importante per il Parlamento. Serve più che mai adesso aprire il dibattito su un argomento delicato rispetto al quale ci deve essere attenzione e sensibilità. La politica affronti il tema": lo ha scritto su Twitter il presidente della Camera Roberto Fico.

Cappato: "Avanti con la disobbedienza civile" - "La Corte ha riconosciuto le nostre ragioni. E' dunque di fatto un successo, un altro, dopo la vittoria sul biotestamento, di Fabo e della nonviolenza, oltre che delle tante persone malate che, iniziando da Luca Coscioni e Piergiorgio Welby e finendo con Dominique Velati e Davide Trentini, in questi 15 anni hanno dato corpo alle proprie speranze di libertà" ha detto Marco Cappato dopo la sentenza sella Consulta. "La nostra azione continua, avanti con la disobbedienza civile" ha aggiunto.

Pm Siciliano: "Confermata la valutazione della Procura" - Sono arrivate anche le parole del procuratore aggiunto milanese Tiziana Siciliano sulla decisione della Consulta sulla vicenda legata alla morte di Dj Fabo, caso da lei trattato insieme alla collega Sara Arduini: "La Corte costituzionale sembra confermare appieno le valutazioni con cui la Procura di Milano aveva sottolineato come l'attuale normativa non consentisse un adeguato bilanciamento degli interessi costituzionalmente protetti".

Gasparri: "No all'omicidio per legge" - Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha voluto chiarire: "Bisognerà esaminare con attenzione la decisone della Corte Costituzionale. Ma, in ogni caso, non si potrà dar luogo a una legge che consenta l'eutanasia. Sarebbe un'autentica follia che nessuna interpretazione di diritto potrebbe avallare. L`omicidio per legge non ci sarà mai".

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