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Covid, Gimbe: in 7 giorni -21,1% casi e -18,6% decessi | Ucraina, "64% non protetti dal virus, vaccinare i rifugiati"

Si allenta ulteriormente la pressione della pandemia sugli ospedali. Dal 23 febbraio al 1 marzo i posti letto occupati da pazienti Covid con sintomi nei reparti di area medica sono diminuiti del 20% rispetto alla settimana precedente e del 21% in terapia intensiva

Continua, per la quinta settimana di seguito, la riduzione di nuovi casi di Covid in Italia.

Dal 23 febbraio al 1 marzo sono stati 275.376 rispetto a 349.122 della settimana precedente, pari a -21,1%. A calare sono anche i decessi, che sono stati 1.488 rispetto ai 1.828 della settimana 16-22 febbraio, pari al -18,6%. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, la quale lancia anche un appello in merito alla situazione in Ucraina, dove la percentuale di popolazione non vaccinata arriva al 63,8%: "Il dato non deve essere sottovalutato".

In tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -2,5% della Calabria al -34,1% della Sardegna. Nello stesso arco di tempo si registra, però, un ulteriore calo del 12,7% dei tamponi passati da 3,3 milioni a 2,9 milioni. In particolare, in una settimana, i tamponi rapidi si sono ridotti del 13,3% (-330.453) e quelli molecolari del 10,7% (-87.943). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari passa dall'11,1% al 9%, mentre per gli antigenici rapidi dal 10,4% al 9,8%.

 

Scendono a 42 le Province con incidenza superiore a 500 casi per 100.000 abitanti, e sono: Reggio di Calabria (1.035), Messina (896), Vibo Valentia (860), Lecce (848), Siracusa (814), Fermo (804), Oristano (790), Ascoli Piceno (724), Ragusa (705), Macerata (701), Teramo (700), Palermo (679), Rieti (669), Agrigento (666), Enna (653), Siena (651), Crotone (642), Ancona (641), Bolzano (626), Arezzo (620), L'Aquila (600), Potenza (596), Matera (595), Latina (590), Caltanissetta (586), Terni (586), Campobasso (586), Venezia (585), Foggia (580), Grosseto (578), Chieti (576), Perugia (571), Lucca (568), Trapani (568), Padova (553), Frosinone (552), Roma (539), Livorno (537), Pescara (536), Isernia (533), Sud Sardegna (521) e Taranto (508).

 

"In 7 giorni -20% ricoveri e -21% intensive" - Si allenta ulteriormente la pressione della pandemia sugli ospedali. Dal 23 febbraio al 1 marzo i posti letto occupati da pazienti Covid con sintomi nei reparti di area medica sono diminuiti del 20% rispetto alla settimana precedente (passando da 13.076 a 10.456) e del 21% in terapia intensiva (passando da 896 a 708). È quanto mostra il monitoraggio della Fondazione Gimbe. In particolare, in area critica, i ricoveri scendono dal picco di 1.717 del 17 gennaio a 708 il primo marzo; in area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio a 10.456 il primo marzo, sottolinea Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe.

 

Cala ancora il numero dei vaccinati: - 34% in 7 giorni - Nella settimana dal 23 febbraio al primo marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 38.796 rispetto ai 59.157 della settimana precedente, pari a -34,4%. Di questi il 27,2% è nella fascia 5-11, che vede una flessione del 46,4% rispetto alla settimana precedente. Tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente del 29,5%, attestandosi a 10.809. Al 2 marzo 7,03 milioni di persone non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino, di cui 2,27 milioni sono guarite da Covid da meno di 180 giorni e quindi temporaneamente protette.

 

Quarta dose - Secondo quanto mostra il monitoraggio della Fondazione Gimbe, al 2 marzo sono state somministrate 2.414 quarte dosi alle persone immunocompromesse. In base alla platea ufficialeaggiornata al 1° marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dello 0,3%.

 

Vaccini, efficacia - "I dati dell'Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell'efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare: l'efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63,2% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 43,3% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 63,4% dopo il richiamo; l'efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall'85,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all'82,5% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 92,8% dopo il richiamo.

 

Complessivamente, nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d'età si riduce l'incidenza di diagnosi (del 57,2-76,4%), ma soprattutto di malattia grave (del 73,-88,2% per ricoveri ordinari; del 81,4-92,3% per le terapie intensive) e decesso (del 79,7-91%).

 

Ucraina, Gimbe: 64% non protetti da Covid, vaccinare i rifugiati - Rispetto agli altri Paesi europei, l'Italia è fra le nazioni con la più bassa percentuale di popolazione non vaccinata, pari al 16,1%. Percentuale che, in Ucraina, arriva al 63,8%. A evidenziarlo è la Fondazione Gimbe da cui arriva l'appello: "il dato ucraino non deve essere sottovalutato, considerata la drammatica situazione, che porterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese". "I piani del governo per accogliere queste persone - spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta - dovranno includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni".

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