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Coronavirus, a Campobasso impennata di casi in una comunità Rom: un funerale avrebbe scatenato i contagi

"Si tratta di un accadimento grave, di cui le responsabilità politiche non possono passare inosservate", ha detto Annaelsa Tartaglione, coordinatrice di Forza Italia in Molise

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Impennata di casi positivi al coronavirus nella comunità Rom di Campobasso. I contagiati, attualmente, sono 72. Secondo una prima ricostruzione, il focolaio sarebbe legato alla partecipazione, nei giorni scorsi, a un rito funebre. Tutti negativi i tamponi effettuati sulle persone che abitano nei condomini dove risiedono alcuni appartenenti alla comunità. La conferma arriva dal direttore generale dell'Azienda sanitaria regionale del Molise Oreste Florenzano.

"In queste ore il Molise sta vivendo una importante criticità relativa al Covid-19. Una regione che finora si era dimostrata pienamente in grado di affrontare l'estensione della pandemia sta conoscendo una preoccupante crescita dei contagi. La causa? Un assembramento durante un funerale rom, a Campobasso". Così Annaelsa Tartaglione, coordinatrice di Forza Italia in Molise, spiega l'aumento di contagi registrato in Molise, e precisamente a Campobasso, negli ultimi giorni,

 

"Soltanto in quella comunità al momento si contano 72 contagi, aumentati di ben 12 nelle ultime ore. Una vera e propria inversione di tendenza, in un territorio per diversi giorni a crescita 0. Si tratta di un accadimento grave, di cui le responsabilità politiche non possono passare inosservate. Quella del sindaco grillino di Campobasso, innanzitutto. In quanto autorità di sicurezza - conclude Tartaglione - conoscendo l'eventualità del funerale, avrebbe dovuto disporre la vigilanza per evitare assembramenti. Ed è necessaria una risposta sinergica tra Regione Molise, ministero dell'Interno e Ministero della Salute. Per mesi è stato imposto a tutti gli italiani l'obbligo del distanziamento sociale, con iniziative della forza pubblica molto capillari, a volte persino zelanti. Le istituzioni devono far valere anche in questo caso il proprio ruolo e il rispetto delle regole, da parte di tutti". 

 

"Noi 'Rom Abruzzesi' del Molise siamo più italiani di tanti cittadini molisani e certamente questo virus non l'abbiamo portato noi in Italia". Così, in una nota stampa, l'Opera nomadi del Molise interviene sulla vicenda. "In queste ore - si legge nel documento - è scoppiata una scandalistica campagna di allarme verso le Comunità Rom che vivono in Molise da 600 anni, integrate nel tessuto urbano di cinque città e cittadine della nostra regione, fra cui i due capoluoghi di provincia. Nella confusione generale, sono state scritte molte imprecisioni, anche sulla Comunità Rom di Isernia, che non è legata, se non casualmente e molto raramente per via dell'antica comune origine, con quella di Campobasso, dove la grande emozione per il decesso di un anziano ha fatto commettere un serio errore alle famiglie Rom di quella città".

 

Poi, il racconto di un episodio che si sarebbe verificato a Isernia dove "a un nostro giovane è stato impedito di entrare in un supermercato". Da qui, un appello al sindaco e al procuratore della Repubblica a "intervenire per questa ingiustizia".

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