A descrivere le criticità legate allo spostamento è la stessa Costa nel "Progetto di trasferimento e smaltimento", la relazione tecnica di centinaia di pagine che spiega come avverrà l'ultima fase della rimozione della nave
Nel suo ultimo viaggio fino a Genova, la Concordia potrebbe rilasciare in mare una serie di sostanze inquinanti: acque interne contaminate, prodotti chimici, idrocarburi. A descrivere i rischi connessi alla rimozione del relitto che due anni e mezzo fa naufragò è la stessa Costa nel "Progetto di trasferimento e smaltimento", la relazione tecnica di centinaia di pagine che spiega come avverrà l'ultima fase della rimozione della nave.
"Durante il trasferimento a Genova - è scritto nella relazione - si prevede che in relazione all'assetto del relitto, alla velocità di rimozione e sulla base delle aperture presenti a scafo (oblò e zone danneggiate), possano avvenire rilasci a mare di acque interne al relitto, sostanze e preparati censiti all'interno della Concordia, idrocarburi".
Per evitarlo, Costa e Titan-Micoperi hanno predisposto una serie di misure precauzionali: verranno installate panne assorbenti attorno al relitto, trainate da due rimorchiatori, e uno "skimmer di recupero olio" che verrà messo in mare "all'apice dell'arco" da una terza imbarcazione. Per quanto riguarda invece il recupero di materiali che potrebbero cadere dal relitto, il progetto prevede che venga tesa "una rete da pesca a poppa del relitto, mantenuta in tensione da due imbarcazioni dedicate".
Lunedì si decide sul trasferimento del relitto - Il progetto non ha ancora ricevuto il via libera definitivo del governo: lunedì si riunirà infatti a Roma la Conferenza dei Servizi presieduta dal Commissario per l'emergenza, Franco Gabrielli, e sarà quella la sede in cui l'esecutivo, i ministeri e gli enti interessati potranno chiedere a Costa eventuali chiarimenti sul progetto e sollecitare integrazioni alla documentazione fornita, a partire da quella sui rischi ambientali.