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Como, si sposano due clochard: il loro amore è nato su una panchina

"Abbiamo festeggiato con un rinfresco al dormitorio della Caritas", hanno raccontato

Amore nato su una panchina, a Como sposi due clochard

Si sono conosciuti dieci anni fa su una panchina Silvia e Alessandro, due clochard di Faloppio (Como). Tre mesi dopo si sono fidanzati e, il 20 maggio scorso, nel loro decimo anniversario si sono sposati in Comune a Como. "Abbiamo festeggiato con un rinfresco al dormitorio della Caritas, con le persone che dormono lì, con volontari e responsabili della Caritas, della Croce Rossa e dei City Angels", ha raccontato Silvia. Tra i regali di nozze anche due sacchi a pelo.

Lei, 36 anni, una vita difficile e tanti problemi di salute, indossava un abito rosa, lui, 53 anni, lavoretti saltuari e ora nemmeno quello, giacca bianca e cravatta. "Il mio vestito me l'ha regalato Alessandro - ha raccontato la sposa alla Provincia di Como - Il suo gli è stato donato dal custode del dormitorio. Abbiamo usato come fedi l'anello di fidanzamento che mi aveva regalato dieci anni fa e un anello che gli ha dato un amico". 

 

A far da testimoni sono stati due amici senzatetto. I City Angels, i responsabili della Caritas e gli operatori della Croce Rossa hanno invece preparato la festa: "Abbiamo collaborato alla preparazione del rinfresco e festeggiato assieme agli sposi e agli altri ospiti del dormitorio. Come regalo di nozze abbiamo scelto due nuovi sacchi a pelo, oltre a varie confezioni di biscotti e caramelle. Abbiamo pensato al futuro", ha raccontato a La Repubblica Milano Gianfranco Moretti, coordinatore del gruppo comasco dei City Angels.

 

L'incontro - Quando i due si sono incontrati, Silvia era spesso per la strada, ma viveva ancora con la famiglia. "Ci siamo conosciuti nel febbraio del 2010 - racconta - Io ero su una panchina di piazza Vittoria a Como, lui mi ha fissata dieci minuti senza degnarmi di un saluto. Ad aprile mi ha offerto l'ombrello perché minacciava pioggia". Poi, un giorno, scattò la scintilla. "In poco più di un'ora mi ha raccontato tutta la sua vita - aggiunge Silvia - Mi ha insegnato che dimostrare affetto e amore non è un male. Non ero abituata a farlo, essendo cresciuta senza abbracci ed espressioni di affetto". "Di lei mi piace tutto, anche se ha un bel caratterino", dice invece lo sposo della moglie. 

 

Silvia e Alessandro vivono da dicembre nel dormitorio Emergenza freddo della Caritas, che li aveva portati lì dopo averli trovati sotto i portici della basilica del Crocifisso. Ma fra poco torneranno all'aperto, perché Como non ha un dormitorio fisso, quello della Caritas è stagionale. 

 

"Ci sono tante persone benestanti che potrebbero aiutare i senzatetto a non tornare in strada, dando un'opportunità di lavoro e mettendo a disposizione un posto dove andare a dormire. Quando il dormitorio chiuderà torneremo tutti per strada. Io sono malata, ma non sono sola; io e Ale ci sosteniamo a vicenda. Siamo preoccupati per gli altri. Al dormitorio ci sono anziani con più di 70 anni, alcuni anche con malattie gravi. Qualcuno si metta la mano sul cuore e aiuti noi senzatetto", è l'appello di Silvia. 

 

Un futuro incerto il loro, ma, assicura Alessandro, "Silvia può essere certa che qualsiasi cosa succeda saremo sempre uniti". "Una promessa me l'ha fatta - ricorda la sposa - Visto che lui mi ha rubato il cuore, mi ha assicurato che lo custodirà con cura perché se prova a romperlo io muoio". 

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