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Bimbo ucciso nel Napoletano, l'omicida: "Calci e pugni ma non li ho bastonati | La Procura: sta mentendo

Migliorano le condizioni della sorellina di 8 anni, anche lei picchiata dal patrigno, perché "avrebbero rotto la spondina del letto nuovo"

Bimbo ucciso nel Napoletano, l'omicida:
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Ha confessato Tony Essoubti Badre, il 24enne di Cardito (Napoli) fermato per omicidio volontario e tentativo di omicidio per aver picchiato a morte Giuseppe, il bimbo di 7 anni figlio della compagna, e ferito gravemente la sorellina di 8.

L'uomo avrebbe confermato che la furia omicida sarebbe scattata dopo che i bimbi avevano rotto, giocando, la sponda del lettino appena comprato. "Ma non li ho bastonati con manico della scopa", dice.

Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, Tony Badre avrebbe rotto la scopa per rabbia ma non la avrebbe usata contro i bambini. "Avevamo fatto sacrifici per comprarlo", ha aggiunto, riferendosi al letto nuovo per tentare di giustificare il suo gesto.

La Procura di Napoli Nord ha però affermato di non credere alla versione del fermato, secondo cui i piccoli sono stati colpiti a calci e pugni ma non con il manico della scopa, così come emerso inizialmente. Gli inquirenti sono convinti che l'uomo abbia prima rotto il manico trasformandolo in una mazza, accanendosi poi sui bimbi in un accesso di violenza. Saranno decisivi l'autopsia sul corpo del piccolo di 7 anni e la testimonianza, molto attesa, della sorellina di 8.

Intanto, continua il lavoro degli investigatori per cercare di definire tutti gli aspetti della vicenda, a cominciare dal ruolo avuto dalla madre dei bambini e compagna dell'uomo mentre preziosa è stata la testimonianza della sorellina del piccolo ucciso.

Si indaga anche sul comportamento della madre dei bimbi, la quale ha confermato agli inquirenti le violenze commesse dal convivente, ma ha riferito di non averle denunciate, forse per paura. E' su questa circostanza decisiva che la Procura vuole vederci chiaro, e non è improbabile che la donna possa essere iscritta nel registro degli indagati per non aver fatto nulla per impedire il pestaggio.

"Il quadro clinico della bambina è in netto miglioramento, è ricoverata in attesa che si sgonfi l'edema sul volto", ha riferito Nicola Mansi, primario di otorinolaringoiatria, che ha operato la piccola. "L'operazione - ha spiegato - si è resa necessaria per un taglio lacerocontuso al padiglione auricolare destro. La piccola non correva il rischio di perdere l'udito ma era necessario ricostruire la parte ferita. Il taglio non era da lama, ma era stato provocato dalle percosse".

"La bimba - ha sottolineato Mansi - è tenuta in un'atmosfera protetta, con una psicologa che la segue e un'assistente sociale, oltre ad un'infermiera dedicata per ricostruire intorno a lei un clima di quiete. Si è ripresa: prima dell'intervento ha dovuto digiunare sei ore e al termine aveva fame, ha chiesto gnocchi al pomodoro e cotoletta".