Crotone, gestivano immigrazione clandestina: 24 in manette tra avvocati e pubblici ufficiali
La vasta operazione, con il supporto di numerose Squadre Mobili in tutta Italia, è stata denominata "Ikaros". A fornire le documentazioni false i legali finiti in cella. Sono 90 in tutto gli indagati
Due associazioni internazionali dedite al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di richiedenti asilo politico sono state sgominate in una vasta operazione di polizia in tutta Italia, coordinata dalla procura di Crotone. Tra i 24 arrestati ci sono anche avvocati, pubblici ufficiali e due appartenenti alla polizia di Stato della questura di Crotone. In tutto gli indagati sono 90.
L'operazione condotta dagli investigatori della Squadra Mobile di Crotone, con il supporto delle Squadre Mobili di Bolzano, Catanzaro, Forlì, Lecce, Roma, Terni, Vibo Valentia, dei Reparti Prevenzione Crimine di Siderno e Vibo Valentia, del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni e del Gabinetto regionale di polizia Scientifica di Reggio Calabria, è stata denominata "Ikaros".
Sarebbero stati i legali finiti in manette a predisporre la documentazione e le attestazioni false che erano alla base delle attività delle due organizzazioni dedite all'immigrazione clandestina. I componenti delle associazioni, stranieri e mediatori, in contatto con loro connazionali stanziati in Iraq o all'estero, fungevano da intermediari e procacciatori per gli avvocati che, con documentazione fasulla avanzavano richiesta soprattutto alle Questure di Catanzaro e Crotone. Una volta avviata la pratica, il richiedente che si trovava in Iraq, veniva avvisato della fissazione dei vari appuntamenti previsti dalla procedura come il fotosegnalamento, l'audizione alla Commissione territoriale e, infine, il ritiro del permesso di soggiorno, in occasione dei quali giungeva in Italia, via aerea, munito di un visto turistico, per poi ripartire facendo rientro nel Paese da cui chiedeva di essere protetto.
Gli accertamenti hanno anche consentito di rivelare il ruolo dei pubblici ufficiali consapevoli della strumentalità delle richieste ma che si prestavano ad assecondare il sistema dietro l'elargizione di somme di denaro o altre regalie accelerando le pratiche a favore dei richiedenti o attestandone falsamente la residenza in Italia.
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