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Cosenza, timbravano il cartellino e poi facevano (molto) altro: 14 denunciati

Secondo l'accusa vi era chi faceva shopping e chi l'antennista. Migliaia di ore sarebbero quindi state pagate ma non lavorate


Quattordici dipendenti di "Calabria Verde", un'azienda in house della Regione Calabria, sono accusati, a vario titolo, di truffa aggravata e continuata. Avrebbero timbrato il cartellino sul luogo di lavoro per poi dedicarsi a tutt'altro. I soggetti coinvolti risiedono nei comuni di Rogliano, Domanico, Figline Vegliaturo, Grimaldi, Marzi, Parenti, Paterno Calabro, Rende e Santo Stefano di Rogliano.

L'indagine dei carabinieri di Cosenza è stata denominata 'Hall pass': il riferimento e' al tempo libero che numerosi dipendenti dell'ente regionale pubblico Calabria Verde, si autoassegnavano durante l'orario di lavoro. I controlli, sia con strumenti di moderna tecnologia che di semplice osservazione, si riferiscono al 2018 ma hanno preteso due anni di approfondimenti. Al termine la procura della Repubblica del tribunale di Cosenza ha emesso 14 avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di lavoratori impiegati nel distretto 4 di Calabria Verde a Santo Stefano di Rogliano.

 

Il sistema di raggiro era semplice: i soggetti abbinavano le uscite di servizio alle proprie esigenze personali che venivano pertanto monetizzate regolarmente come lavoro in busta paga. Oltre a lunghe pause caffè al bar i militari hanno documentato shopping, pagamenti di bollette alle poste, coltivazione del proprio orto, consulti medici, controlli meccanici alle auto personali e soprattutto una intensa attività lavorativa quale antennista di uno dei soggetti coinvolti. Per tutti, sia dirigenti che addetti ai cantieri boschivi, le accuse sono di carattere penale per truffa aggravata e continuata. Il totale di ore di servizio non prestato ma retribuito ammonta a circa 3.800 in 950 episodi complessivamente individuati per un controvalore economico che arriva a sfiorare i 70.000 euro di danno per l'ente.

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