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Licenziato per una sigaretta, operaio reintegrato 15 anni dopo

La decisione della Cassazione dopo la sentenza della Corte dʼAppello che nel 2014 stabilì il ritorno in fabbrica a titolo provvisorio

Un operaio foggiano è stato reintegrato a titolo definitivo 15 anni dopo il licenziamento per una sigaretta.

E' successo a Melfi (Potenza). L'uomo, che lavorava per la Sata, oggi Fca-Sata, perse il lavoro nel 2002 dopo una lettera di contestazione per "aver fumato durante l'attività lavorativa". Solo nel 2014 riuscì a rientrare nello stabilimento, quando la Corte d'appello stabilì a titolo provvisorio che doveva tornare in fabbrica. Oggi il via libera definitivo della Cassazione.

L'uomo, Luigi Nicola Carnevale, oggi 50enne, nel 2002 si vide recapitare una lettera di contestazione per "aver fumato durante l'attività lavorativa", "aver reso una prestazione lavorativa non conforme alle istruzioni ricevute ed essere inciampato in un pallet procurandosi volontariamente un infortunio". Dopo la decisione della Corte d'Appello, scrive Repubblica, l'azienda lo reintegrò provvisoriamente senza però rinunciare al ricorso in Cassazione.

L'elenco dei precedenti provvedimenti disciplinari presentato dall'azienda per dimostrare che fosse un recidivo, non è però bastato per ribaltare la sentenza. Secondo la Suprema corte, il "non corretto espletamento della prestazione lavorativa" si motiva perché "soltanto il giorno precedente era stato assegnato a quella postazione, sicché l'errore era ascrivibile alla scarsa esperienza del lavoratore". "L'unica mancanza che aveva rinvenuto positivo riscontro", scrivono i giudici, restava quindi quella sigaretta fumata sul posto di lavoro. "Sicché il provvedimento espulsivo non poteva ritenersi coerente con le previsioni contrattuali collettive che giustificavano il recesso intimato, palesandosi del tutto sproporzionato".