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Bandiera neonazista in caserma Firenze, assolto il carabiniere: era un simbolo storico

Eʼ stato solo un fraintendimento, alimentato dal clamore mediatico. Non cʼera fanatismo politico, ma passione per la storia. Queste le motivazioni dietro la sentenza

Bandiera neonazista in caserma Firenze, assolto il carabiniere: era un simbolo storico - foto 1
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Non era una bandiera nazista e il carabiniere in questione non aveva mai espresso simpatie estremiste.

Il colonnello Raffaele Fedocci ha accolto il ricorso del militare, perché non c'era fanatismo politico in quel vessillo esposto nella caserma di Firenze, ma solo una passione per la storia. Si trattava infatti di un simbolo del secondo Reich tedesco, ben distante dagli anni bui di Adolf Hitler.

L'assoluzione Il giovane a marzo era stato punito con tre giorni di consegna semplice. Raffaele Fedocci, comandante del V Reggimento CC "Emilia Romagna", ha annullato il provvedimento. Il Giornale ha rivelato le considerazioni dietro la decisione. Innanzitutto il carabiniere "risulta sempre stato alieno non solo dal partecipare a manifestazioni neonaziste, ma anche dall'aver mai espresso tali riprovevoli manifestazioni del pensiero". Non solo, ma il giornalista che aveva dato per primo la notizia su un sito fiorentino "ricorre all'utilizzo di potenti strumenti di fotoriproduzione" allo scopo di "prospettare, riuscendovi, una notizia sensazionale". Insomma, non c'era nessuna volontà di inneggiare al Führer, il caso è nato solo per clamore mediatico. Rincara l'avvocato della difesa, Giorgio Carta: è "assurdo", ha detto, che un soldato possa essere punito non per quello che ha fatto, ma "per l'errore, poi smentito, di un giornalista".

La passione per la storia Il passaggio che ha tolto ogni dubbio a chi doveva giudicare l'accusato è stata proprio la conoscenza della storia dimostrata durante l'udienza. Il giovane "è stato in grado di motivare il possesso della bandiera spiegandone le motivazioni araldiche e storiche". Ha spiegato, cioè, che il vessillo riprende i colori nazionali della Prussia in bianco e nero, l'aquila prussiana, la croce nordica con il tricolore rosso-bianco-nero imperiale tedesco, con una croce di ferro. Il 24enne inoltre ha frequentato la facoltà di Storia alla Sapienza di Roma. Quello che, a quanto sembra, non sapeva però era che i nazionalisti usarono quella bandiera per contrapporla ai simboli della Repubblica di Weimar nero, rosso e oro.

Il fraintendimento La bandiera prussiana omaggiava il Secondo Reich, o l'impero tedesco. Quello, per intenderci, del Keiser Guglielmo. Un periodo storico lontano dal nazionalsocialismo. Il colonnello ha riconosciuto in ogni caso che alcune "formazioni di ispirazione neonazista hanno fatto uso della bandiera", ma "l'utilizzo indebito di un simbolo non può alterare il significato intrinseco". Inoltre, a quanto pare, il carabiniere non era a conoscenza dell'uso che alcuni gruppi estremisti facessero uso del vessillo. Il sito dov'è stato acquistato, poi, non vende nessuno stendardo legato al Terzo Reich.