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Torino, al via il processo Thyssen

E' iniziato al tribunale di Torino il processo di primo grado per il rogo della Thyssenkrupp, l'acciaieria dove la notte del 6 dicembre 2007 in un incendio morirono sette operai.

In aula presenti due dei sei manager imputati per il rogo. Non c'è l'amministratore delegato Ast Harald Espenhahn, giudicato per omicidio volontario. E' la prima volta in Italia in cui manager di un'azienda sono al banco degli imputati per omicidio.

Dei quattro imputati assenti solo il manager tedesco è imputato di omicidio volontario. Gli altri tre devono rispondere di omicidio colposo con colpa cosciente oltre alla contestazione di omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Gli unici imputati presenti in aula sono Giuseppe Salerno, direttore dello stabilimento di Torino e Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza dello stesso impianto. Anche per loro c'è l'accusa di omicidio colposo.

Sostituiti tre guidici popolari
Tre dei giudici popolari titolari della Corte d'Assise di Torino, scelti il 12 dicembre 2008 insieme a tre riserve, hanno chiesto e ottenuto dal presidente del tribunale di astenersi dall'incarico in seguito ai possibili "intralci procedurali" che potrebbero derivare dalla pubblicazione di un articolo sul quotidiano La Stampa nel quale venivano loro attribuite alcune dichiarazioni generali, non nel merito del processo.

I famigliari delle vittime: "Imputati colpevoli"
Come durante le udienze preliminari sono numerosi i familiari, gli amici e i colleghi dei sette operai della Thyssen che assistono alla prima udienza del processo a carico di sei dirigenti della multinazionale dell'acciaio. "Li hanno ammazzati loro e devono andare in galera. Anche loro sanno di essere colpevoli", ha detto Rosina Demasi, madre di Giuseppe, vittima 26enne del rogo, che è stata tra le prime a entrare nella maxi aula 1 del Tribunale di Torino.

All'ingresso del Palazzo di giustizia è stato esposto uno striscione, listato a lutto, delle rappresentanze sindacali dell'azienda tedesca. Il procuratore vicario, Raffaele Guariniello, è in aula insieme ai sostituti procuratori del suo pool e molti degli avvocati difensori. Secondo alcune indiscrezioni né la difesa né l'accusa richiederanno la ricusazione della Corte d'Assise a causa delle dichiarazioni, estranee al merito del processo, rese pubbliche da tre dei sei giudici popolari in un'intervista pubblicata dal quotidiano La Stampa. La Corte è presieduta Maria Iannibelli, affiancata dal giudice a latere Paola Dezani.