L'imprenditore ha già lasciato carcere
Sergio Cragnotti, l'ex patron della Cirio, lascia il carcere: il maggiore indagato per il crac dell'azienda agroalimentare ha ottenuto gli arresti domiciliari. La decisione è stata presa dal gip Andrea Vardaro che ha accolto un'istanza presentata dagli avvocati Giulia Bongiorno e Franco Coppi. "Non ci credevo più" ha commentato Cragnotti. "Pensavo di restare ancora in carcere". L'imprenditore ha già lasciato Regina Coeli e ha fatto ritorno a casa.
Nel carcere di via della Lungara, Sergio Cragnotti era detenuto fin dal febbraio scorso quando fu arrestato per l'accusa di bancarotta fraudolenta e truffa nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto della Cirio di cui era titolare. Insieme a lui era stato arrestato anche il genero Filippo Fucile che aveva però ottenuto gli arresti domiciliari il mese scorso.
"Quando son venuti in cella a prendermi credevo che mi volessero soltanto spostare. Non ci credevo più di poter tornare a casa". Sono state queste le prime parole pronunciate da Cragnotti non appena ha potuto parlare con uno dei suoi avvocati, Giulia Bongiorno. L'ex patron della Lazio, nell'agitazione del momento e travolto da una profonda emozione, ha ringraziato mille volte il suo difensore. "Lo sapevo che questa era l'istanza giusta. Lo sapevo che sarebbe uscito", ha commentato il legale.
A decidere di concedere gli arresti domiciliari a Cragnotti è stato lo stesso magistrato che dopo avere emesso contro l'imprenditore l'ordine di custodia cautelare aveva già respinto alcune istanze con le quali l'imprenditore romanoaveva chiesto di tornare libero. Cragnotti durante la detenzione a Regina Coeli aveva scelto di restare in isolamento.