Brescia, allora la donna era minorenne. L'uomo si difende: la 12enne aveva detto che voleva andarsene da casa, io l'ho solo aiutata a farlo
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Non era la prima volta che rapiva una ragazzina. Il 26enne accusato di aver sequestrato un'adolescente di Isorella (Brescia) dopo averla adescata su Facebook si sarebbe sposato con la sua attuale compagna dopo averla, appunto, rapita. All'epoca dei fatti (eravamo nel 2008) la moglie aveva 16 anni, oggi ne ha 21. D'altronde l'uomo nega di aver agito con cattive intenzioni anche con la 12enne: l'ho portata via perché lei sognava di andarsene da casa.
Secondo la sua testimonianza, l'uomo avrebbe portato la teen-ager in auto in un ostello di Lugano per farle un favore, come racconta Il Giorno. "Voglio andarmene da casa", aveva scritto la ragazzina sul social network, dove i due si erano conosciuti. L'appello, in realtà, sembra sia stato raccolto da una donna di 23 anni, di Lugano, ora in manette con l'accusa di sequestro e rapimento: sarebbe lei ad aver raccontato i problemi della ragazzina a una sua amica, la moglie del 26enne elvetico arrestato il 9 ottobre.
La vicenda viene riferita da Ticinonews ed è ora al vaglio della magistratura elvetica e del procuratore aggiunto di Brescia Sandro Raimondi. Insomma, i due coniugi avrebbero portato via la 12enne di casa in una sorta di "missione di salvataggio". Agli amici avrebbero detto che la volevano adottare e il progetto sarebbe andato a segno esattamente mercoledì 9 ottobre, quando il 26enne ticinese aveva fatto salire in auto la ragazzina prima che entrasse a scuola.
Gli inquirenti stanno analizzando la vicenda e non escludono nessuna ipotesi, compresa quella della pedofilia. E intanto è emerso il particolare del rapimento organizzato a fine di matrimonio, avvenuto cinque anni fa, quando appunto, sempre secondo il racconto di Ticinonews, i due si sposarono dopo il rapimento di lei. I genitori della giovane avevano denunciato la scomparsa, ma lei aveva dichiarato: "Non mi ha rapito. Io volevo fuggure con lui". Adesso sotto la lente c'è anche lo smartphone regalato dal 26enne alla ragazzina per facilitare i contatti. La Procura di Brescia ha dato a un tecnico il compito di ricostruire tutti i contatti da la ragazzina e i presunti sequestratori. E quello smartphone, oltre al computer, potrebbe rivelare nuovi importanti particolari.