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Uccisa a Pinzolo, arrivata lettera di Ciccolini

La missiva con le minacce rivolte allʼex fidanzata Lucia Bellucci è stata recapitata al padre della donna. Vacilla dunque la tesi della difesa dellʼavvocato, che sostiene la non premeditazione

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Durante l'interrogatorio in Procura, Vittorio Ciccolini si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'avvocato penalista, di 45 anni, arrestato lunedì a Verona con l'accusa di avere ucciso la sua ex fidanzata, Lucia Bellucci, a Pinzolo, in Trentino-Alto Adige, ha solamente spiegato al pm di Trento che "non c'è stata premeditazione". Ciccolini è assistito dai suoi colleghi di studio legale, Guariente Guarienti e Fabio Porta.

Arrivata lettera Ciccolini, vacilla difesa - E' arrivata al destinatario una delle lettere la cui copia era stata trovata all'interno dell'auto di Ciccolini. Lo hanno confermato i carabinieri, sottolineando che la missiva era indirizzata al padre della vittima. Potrebbe dunque vacillare la tesi difensiva, secondo cui le lettere non sarebbero state indizio di premeditazione. E allo stesso tempo ciò sembra confermare la tesi dell'accusa, cioè che gli scritti rinvenuti nell'auto erano soltanto delle copie degli originali.

Due missive con minacce - Nelle due lettere Ciccolini avrebbe in qualche modo adombrato l'intenzione di compiere il delitto: dapprima, infatti, parlava dell'omicidio morale che riteneva di avere subito per i rifiuto della giovane donna a tornare con lui e poi, però, vi erano quelle che gli inquirenti giudicano delle vere e proprie minacce rivolte a Lucia.

Legale: "Non c'è indizio di premeditazione" - Per i suoi difensori invece le lettere trovate nell'auto del penalista veronese, in cui l'uomo annunciava l'omicidio di Lucia Bellucci, non ne provano la premeditazione. ''Diamo una versione diversa alle due lettere che Ciccolini ha scritto, non riteniamo che siano un indizio di premeditazione. Se le avesse spedite potrebbe forse essere diverso'', ha detto Fabio Porta.

"Voleva far vedere le lettere alla fidanzata" - Lo stesso legale, sempre riferendosi alle lettere, ha poi aggiunto che "in realtà le aveva con sè nell'auto proprio perchè voleva farle vedere alla sua ex fidanzata e in questo modo fare pressione per cercare di farle cambiare idea sulla fine del rapporto''. ''Vittorio Ciccolini - prosegue il suo difensore - non dorme dalla notte dell'omicidio e vuole essere mentalmente e fisicamente in grado di fornire la sua versione al magistrato, ricostruendo i fatti. Quindi nei prossimi giorni chiederemo posso essere sottoposto ad un nuovo interrogatorio, intanto è sua intenzione preparare una memoria scritta, per spiegare quello che è successo''.

"Non in grado di rispondere alle domande del giudice" - I due legali dell'accusato precisano che ''la rinuncia a rispondere non è dovuta al fatto che vogliamo prendere tempo per costruire una difesa più efficace, ma semplicemente perchè l'avvocato Ciccolini sia in grado di sostenere questo interrogatorio e rispondere alle domande del giudice''.