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Jolly Nero, le voci prima del disastro

La scatola nera rivela atti "negligenti" e il fatto che lʼavaria ai motori fosse cosa nota

Da video

"Io chiudo, se succede qualcosa chiamatemi". E' la voce del primo ufficiale Lorenzo Repetto registrata dalla scatola nera della Jolly Nero qualche minuto dopo l'inizio della manovra che, la notte dello scorso 7 maggio, causò il crollo della torre piloti, provocando 9 morti. Il magistrato che indaga sulla vicenda ravvisa in quella interruzione della comunicazione un comportamento assai negligente.

Secondo alcune indiscrezioni, nel Vdr si sente anche la voce del comandante che a 75 metri dalla torre piloti dà il comando di stare 'pronti sulle ancore'. L'ancora, però, venne gettata solo a 25 metri di distanza, dopo l'urlo dell'ufficiale di poppa che indica la distanza. Altre voci registrate fanno comprendere come l'abbattimento della torre venga vissuto in plancia come qualcosa di ineluttabile, senza quasi tentare il possibile. Soprattutto si comprende come l'avaria motori, che ha impedito al Jolly Nero di evitare l'impatto, fosse cosa nota al personale a bordo.

Nelle registrazioni si sente anche il rumore della spia che segnala il mancato funzionamento del motore. Un rumore che inizia e poi si interrompe, perché qualcuno, secondo l'accusa lo ha spento volontariamente. Infine i drammatici momenti dell'impatto. Nel file audio si sente un rumore fortissimo: è il rumore che indica che la torre piloti viene abbattuta trascinando con sè nove vittime. ''Eh niente, buttato giù la torre dei piloti... saranno tutti morti", si sente dire dal comandante del Jolly Nero, Roberto Paoloni.

Il magistrato ha firmato venerdì il provvedimento di sospensione del primo ufficiale, del comandante Roberto Paoloni e del pilota Paolo Anfossi.



Le voci prima del disastro - Quella sera il motore della Jolly Nero per due volte non dette segnale di funzionamento alla partenza e prima dello schianto. Alle 20.59, quasi due ore prima dell'incidente, il comandante Paoloni e il primo ufficiale Repetto commentano il mancato avvio del motore. "Il motore non ha soffiato", è il segno della normale attività. Poi suona l'allarme di mancato avviamento. Alle 21.01 il primo ufficiale Repetto chiede: "Partiti?". Il comandante Paoloni risponde: "Non è partito niente. Ogni volta che si parte da Genova è sempre... Bisogna farsi il segno della croce. Specialmente poi quando fanno servizi di bordo... la Solas, la visita scafo-macchina. C'e' da mettersi le mani nei capelli".

Alle 21.59 sale a bordo il pilota del porto Antonio Anfossi. Alle 22.19 Repetto chiede: "E' partita? Perché i giri non mi danno niente". E alle 22.35 il primo ufficiale riceve una telefonata dal direttore di macchina e dice: "...io non posso stare qua, ce la fai ad avvisarmi... tu mi chiami, al limite mi chiami". Successivamente viene dato l'ordine di riavviare il motore, ma non si sente il soffio di sfiato. Alle 22.57, a due minuti dall'impatto parla il pilota Anfossi: "Molto adagio avanti", ma dopo pochi secondi suona l'allarme di mancato avviamento. Repetto: "Non è partita". Anfossi: "Pronti alle ancore". Paoloni alle 22.59: "State pronti alle ancore, presto".

Il momento dell'impatto - E' il momento dell'impatto. Alle 22.59.34 rumori della chiglia sulla banchina; 22.59.42: il crollo. Paoloni: "Buttato giù la torre, saranno tutti morti. Poco dopo Anfossi chiama il capo Piloti del porto, Giovanni Lettich: "Sì Giovanni, ho buttato giù la torre dei piloti. E' successo un disastro". Subito dopo è Paoloni a chiamare Giampaolo Olmetti, consigliere di amministrazione con delega all'armamento della società Ignazio Messina. "C'è stato un grosso incidente... Siamo andati addosso a una banchina... Abbiamo buttato giù la torre piloti...".