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Uccide ex moglie, lei l'aveva denunciato 3 volte

A gennaio la Procura di Roma aveva chiesto lʼarresto dellʼuomo, ma il gip si era opposto. Giovedì sera il delitto, ad Acilia

Getty

Guglielmo Berettini, il 42enne che giovedì sera ad Acilia, in provincia di Roma, ha ucciso l'ex moglie Michela Fioretti, era stato denunciato tre volte dalla donna tra il 2011 e il 2012. E il 9 gennaio la Procura capitolina aveva chiesto che l'uomo venisse messo agli arresti domiciliari. Ma il gip aveva detto no per via del "quadro indiziario non convincente". Così ora, dopo l'omicidio, è polemica: il delitto, forse, si sarebbe potuto evitare.

Michela Fioretti, racconta "la Repubblica", aveva scritto ai magistrati la prima volta il 14 dicembre 2011, e poi ancora il 10 febbraio 2012, raccontando di minacce, pestaggi, insulti e pedinamenti da parte dell'ex marito. Infine, a un anno esatto dalla prima denuncia, era tornata a chiedere aiuto il 14 dicembre 2012, dopo che le prime due richieste erano state archiviate perché mancavano le prove dei maltrattamenti.

A dicembre, quindi, Michela Fioretti aveva presentato una denuncia dettagliata, raccontando di minacce precise ("Se ci separiamo dovrai girare con la scorta, se vuoi restare viva") confermate anche da quattro testimoni. Minacce che però il gip ha giudicato non essere così chiare. Così a Giuglielmo Berettini, guardia giurata, non è nemmeno stato revocato il porto d'armi. E lui quell'arma che portava al fianco per lavoro l'ha usata per uccidere la madre delle sue due figlie.