RICHIESTA ACCETTATA

Berlusconi, sì al legittimo impedimento

I giudici accolgono la richiesta e il processo Ruby slitta al 25 marzo. No all'istanza dei legali

18 Mar 2013 - 12:17
 © LaPresse

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I giudici del tribunale di Milano hanno accolto la richiesta di legittimo impedimento avanzata da Silvio Berlusconi, imputato al processo sul caso Ruby, e hanno invece respinto quella presentata dai difensori, la cui assenza è stata ritenuta ingiustificata. Il processo è stato aggiornato al 25 marzo. Sono state cancellate le udienze del 20 e del 21 marzo.

Sì a Berlusconi, no ai suoi avvocati - Accogliendo soltanto l'istanza di rinvio del leader Pdl, dovuta a motivi politici, e non degli avvocati, tutti e tre impegnati nelle riunioni dei gruppi parlamentari di Camera e Senato per la nomina dei capigruppo, i magistrati hanno ritenuto che l'impegno di Berlusconi fosse uno "dei passaggi fondamentali" e improcrastinabili dell'attività politica del nostro Paese. E' stato pertanto giudicato "assoluto" l'impegno del senatore Berlusconi.

Quanto invece agli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, secondo il tribunale avevano la possibilità di nominare come sostituti i numerosi legali che hanno a disposizione nello studio di Padova, avvocati che più di una volta li hanno già in passato sostituiti durante lo stesso processo Ruby.

A questo punto il tribunale, ritenendo "non opportuno mantenere le udienze" di mercoledì 20 e giovedì 21 marzo, visto anche il deposito dell'istanza di trasferimento del procedimento per legittimo sospetto che dovrà essere valutato dalla Cassazione, ha deciso il rinvio a lunedì 25 marzo.

Boccassini: "Berlusconi disprezza i giudici" - La richiesta di rinviare il processo sul caso Ruby da parte di Silvio Berlusconi e della sua difesa e quindi bloccare ancora una volta la requisitoria "in un altro Paese sarebbe un oltraggio e un disprezzo per la corte e lo è anche qui", aveva detto in precedenza Ilda Boccassini, chiedendo di respingere l'istanza di legittimo impedimento di premier e legali.

La Boccassini, che rappresenta la pubblica accusa al processo sulla giovane marocchina, nel chiedere di respingere la richiesta ha sottolineato che le "istanze sono irrispettose nei confronti del collegio e del pm". E ha domandato di consentire invece "alla pubblica accusa, che rappresenta lo Stato, di andare avanti e al pm di concludere".

Il procuratore aggiunto Boccassini ha sottolineato in particolare che i due legali parlamentari hanno a disposizione sostituti processuali "del calibro del professor Dinacci" e un calendario "fissato da mesi". Eppure "si consente, probabilmente solo in questi processi, e sono 34 anni che faccio il pubblico ministero, che si possa dire sono altrimenti impegnati. Ma non si sa quali siano gli impegni di Dinacci" e dell'altro sostituto processuale, l'avvocato Giorgio Perroni.

"Chiedo - ha concluso la Boccassini - che il processo vada avanti" e che oggi si concluda la requisitoria con la richiesta di condanna già saltata per tre volte a causa dell'uveite e delle complicazioni di Berlusconi. Ma i giudici hanno poi deciso diversamente.

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