Tra i 37 arrestati anche Giovanni Antonicelli, ex assessore all'Ambiente. Nel mirino una banda specializzata a usura e riciclaggio. Il pm: "Monza enclave della camorra"
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Operazione anticrimine dei carabinieri che hanno effettuato una serie di arresti nel Monzese contro una presunta banda legata a usura e a riciclaggio. L'indagine ha fatto emergere contatti con ambienti camorristici e della politica. Tra gli arrestati figura Giovanni Antonicelli, ex assessore all'Ambiente del Comune di Monza.
L'indagine, coordinata dalla Procura di Monza, ha portato all'esecuzione di 37 ordini di custodia cautelare. Oltre all'ex assessore di Monza, risulta coinvolto anche un ex consigliere comunale di Milano, attivo a Palazzo Marino tra il 2009 e il 2011.
Operazione Briantenopea - L'indagine, denominata "Briantenopea", ha consentito di svelare l'esistenza di una radicata associazione per delinquere composta, prevalentemente da elementi in ccontatto con esponenti di clan camorristici del napoletano come i Gionta e i Mariano. Tra i destinatari del misura restrittiva in carcere figura Giovanni Antonicelli, già assessore all'Ambiente e Acque, con delega all'ecologia, smaltimento rifiuti, manutenzione cimiteriale, patrimonio, demanio e alloggi comunali, dell'Amministrazione comunale di Monza in carica dal 2007 al 2012. Il gip di Monza ha emesso diverse misure nei confronti di indagati a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, estorsioni, usura, furti, ricettazione, riciclaggio, spendita di banconote false, detenzione illecita di sostanze stupefacenti e di armi, e di reati contro la pubblica amministrazione.
Pm: "Monza enclave della camorra" - "Da quanto emerso dai lunghi accertamenti dell'indagine, Monza era un'enclave campana ed emerge in maniera molto chiara". Lo ha detto il sostituto procuratore salvatore Bellomo. "Nelle intercettazioni - ha precisato Bellomo - il capo si vantava di preservare Monza 'dall'invasione della 'ndrangheta'". Le indagini hanno stabilito che vi furono incontrie e vertici tra criminali per la spartizione e il controllo del territorio brianteo.
Voti venduti a 30 euro, 50 a famiglia - La banda era specializzata nello scambio di favori di ogni tipo, dagli alloggi ai voti. Un voto singolo valeva 30 euro, una famiglia di votanti 50 euro forfettarie. Secondo il pm, il clan "faceva campagna per l'assessore Antonicelli", arrestato con l'accusa di associazione per delinquere. Anche la vicenda che coinvolge l'ex consigliere comunale di Milano vede protagonista la compravendita di voti. Dalle indagini emerge infatti un incontro tra i mafiosi per comprare voti da amici in favore del consigliere, che si è ripresentato alle elezioni del maggio 2011, nelle file del centrodestra, ma non è stato eletto. Non è indagato perché al momento non è stato dimostrato che ne fosse al corrente. Però il politico aveva incontrato più volte elementi appartenenti all'organizzazione.