Per i giudici l'ex stella del Milan non ha "commesso il fatto". L'ex calciatore: "Processo assurdo"
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Paolo Maldini è stato assolto dall'accusa di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. L'ex terzino del Milan era sotto processo a Milano perché, secondo l'accusa, avrebbe corrotto un funzionario dell'Agenzia delle entrate. Per il calciatore, difeso dall'avvocato Danilo Buongiorno, è arrivata l'assoluzione.
L'ex calciatore, che ha vestito la maglia rossonera per oltre vent'anni, era stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano nel 2010 e poi, il 28 marzo del 2011, era stato rinviato a giudizio per corruzione e per accesso abusivo a sistema informatico. L'ex terzino veniva accusato di aver pagato un funzionario dell'Agenzia delle entrate per evitare controlli fiscali. Funzionario a cui, sempre stando all'imputazione, si sarebbe rivolto anche per una verifica illecita per il buon esito di un'operazione immobiliare. Contestazioni entrambe cadute.
Nell'inchiesta erano rimaste coinvolte una quarantina di persone tra dipendenti dell'Agenzia delle entrate e commercialisti, i quali avrebbero aiutato decine e decine di imprenditori e titolari di società ad aggirare i controlli fiscali o ad ottenere trattamenti più favorevoli. Maldini, in particolare, era accusato di aver corrotto, fino al giugno 2009, un funzionario dell'Agenzie delle entrate di Milano 1, Luciano Bressi (in questo procedimento ha già patteggiato 3 anni, risarcendo anche un milione di euro) offrendogli 40mila euro all'anno come "onorario per lo studio", ma anche la "procura speciale" della società Velvet Sas, costituita dall'ex terzino con la moglie, Adriana Fossa. Sempre tramite il funzionario, secondo gli inqurenti, l'ex calciatore avrebbe acquisito "dati riservati" all'anagrafe tributaria sul conto di un rappresentante di una società nella quale Maldini sarebbe voluto entrare per un affare immobiliare. A carico dell'ex terzino, inoltre, secondo l'accusa, c'erano anche alcune intercettazioni.
L'ex capitano del Milan, però, ha voluto essere sempre presente alle udienze del processo (erano imputate un'altra decina di persone) e nelle pause dei lavori d'aula ha ribadito più volte a chi gli stava accanto di essere "sereno, perché non ho mai corrotto nessuno". La posizione della moglie, anche lei inizialmente indagata per corruzione, era già stata archiviata quasi due anni fa. "Non sono stati tre anni e mezzo facili - ha spiegato Maldini - ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia, e questa è la giusta conclusione di un processo assurdo".