Collaboratore infedele

Vaticanleaks, il maggiordomo ritorna in carcere

"La sentenza è diventata definitiva non essendo stato richiesto appello - spiega padre Lombardi - . Ma la grazia non è esclusa". Sulle teorie dei complotti: "Si sono rivelate completamente infondate"

25 Ott 2012 - 14:57
 © Ansa

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L'ex maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, entrerà in carcere oggi stesso. La sentenza di primo grado a suo carico è diventata definitiva non essendo stato richiesto appello. Lo riferisce il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, secondo cui comunque resta aperta "la possibilità della grazia". Atto, specifica il prelato, che presuppone la richiesta di perdono a papa Ratzinger.

"La grazia presuppone la richiesta di perdono"
"In rapporto alla misura detentiva rimane l'eventualità della concessione della grazia, che, come ricordato più volte, è un atto sovrano del Santo Padre. Essa tuttavia presuppone ragionevolmente il ravvedimento del reo e la sincera richiesta di perdono al Sommo Pontefice e a quanti sono stati ingiustamente offesi". E' quanto si legge nel comunicato diffuso dalla Segreteria di Stato.

"Se rapportata al danno causato - si afferma ancora - la pena applicata appare al tempo stesso mite ed equa, e ciò a motivo della peculiarità dell'ordinamento giuridico dal quale promana". Con il passaggio della sentenza in giudicato, Gabriele "dovrà scontare il periodo di detenzione inflitto. Si apre inoltre a suo carico la procedura per la destituzione di diritto, prevista dal Regolamento Generale della Curia Romana".

Vaticano: "Teorie dei complotti infondate"
"Le varie congetture circa l'esistenza di complotti o il coinvolgimento di più persone si sono rivelate, alla luce della sentenza, infondate", spiega padre Lombardi. "Il dibattimento ha potuto accertare i fatti, appurando che Gabriele ha messo in atto il suo progetto criminoso senza istigazione o incitamento da parte di altri, ma basandosi su convinzioni personali in nessun modo condivisibili".

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