Secondo giorno di udienza a Grosseto al processo per il naufragio della nave da crociera
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Il comandante Francesco Schettino partecipa anche al secondo giorno dell'udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera della nave Costa Concordia. Alle 9 in punto è arrivato al teatro Moderno di Grosseto passando dall'ingresso secondario, presidiato dalle forze dell'ordine. Schettino ha salutato gli operatori delle tv appostati sulle case vicine con un gesto della mano e poi si è recato in aula.
Ai naufraghi: "Vi ho salvato la vita"
In aula, il comandante si è rivolto a una coppia di coniugi tedeschi, sopravvissuti al naufragio della Costa Concordia: "Non ce la dovete avere con me, perché io, con la mia manovra, ho salvato la vita a voi e a tantissimi passeggeri".
Coppia tedesca: "Ci ha detto che si sentiva agitato"
Michael Lissem e sua moglie Angelika hanno raccontato di "aver avuto modo di parlare più volte col comandante Schettino. Gli abbiamo chiesto come stava e lui diceva che si sentiva proprio male, era agitato". "Io ho detto a Schettino - ha affermato Michael - che mia moglie, qua presente, è stata male quella notte perché non sa nuotare. Ma lui ha replicato di aver fatto la manovra che ha consentito di salvarci la vita. Ha fatto capire che era stata la sua manovra a evitare una tragedia di più ampia portata".
Naufraga tedesca: "Ora ha mostrato un lato umano"
"All'inizio ero molto arrabbiata con lui - ha aggiunto Angelika, ma oggi che l'ho visto di persona ho in parte cambiato opinione". Per la donna, l'ex comandante "ha dimostrato di avere un lato umano e mi è sembrato più simpatico, mentre prima mi sembrava molto più scostante e antipatico".
Legale ufficiale di coperta Concordia: "Inchino deciso prima della partenza"
"Che quella nave avesse dovuto fare l'inchino all'Isola del Giglio si sapeva fin dalla partenza a Civitavecchia". Lo ha detto Salvatore Catalano, legale di Ciro Ambrosio, l'ufficiale di coperta della nave Costa Concordia al comando in plancia nel momento dell'impatto. "Al comando in quel momento c'era il comandante Francesco Schettino - ha proseguito Catalano - e la scala gerarchica parla chiaro. E' il comandante che ha tutte le responsabilità e se non fosse stato deciso di fare l'inchino, sempre da Schettino non sarebbe successo nulla".
Periti: "Urto evitabile, ma Schettino non agì"
Prima dell'urto contro gli scogli del Giglio per la nave Costa Concordia "c'erano ampi spazi e tantissima acqua e tempo per accostare e portarsi fuori dal pericolo", mentre "la manovra dopo l'urto fu assolutamente fortuita perché la nave era senza controllo". Lo ha detto l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone rispondendo ad alcuni chiarimenti richiesti dal gip Valeria Montesarchio sulle condizioni di manovrabilità della nave e la possibile distanza di arresto nel momento dell'incidente.
Periti: "Tre minuti dopo l'impatto Schettino sapeva della falla"
Il comandante Schettino, appena tre minuti dopo l'impatto con gli scogli, "ha certezza di avere una falla a bordo, con una cospicua entrata d'acqua tanto da impedire l'ingresso nella sala macchine". L'elemento è contenuto nella perizia disposta dal Gip Montesarchio ed è al centro dell'udienza dell'incidente probatorio a Grosseto. Schettino avrebbe dunque dovuto informare subito l'equipaggio "per permettere loro di assumere il proprio ruolo…fronteggiare l'emergenza e cooperare per la sicurezza dei passeggeri".