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Fiorito al Gip: "Ho preso ciò che mi spettava"
Maxisequestro dei beni al capogruppo Pdl

Le auto andranno alla Guardia di Finanza perché si tratta di elementi di indagine

Ansa

Sono stati sequestrati i beni di Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla regione Lazio. Nel mirino degli inquirenti sono finiti anche la Villa al Circeo, la jeep comprata per l'emergenza neve a Roma, la Bmw, la Smart, sette conti correnti italiani e quattro esteri. Il maxisequestro è del valore complessivo di un milione e 300 mila euro, la cifra che secondo la Procura di Roma Fiorito abbia sottratto ai fondi del partito della regione.

Nel decreto di sequestro è stato disposto che le tre auto siano affidate alla Guardia di Finanza per attività di polizia giudiziaria. Mentre il denaro dei conti correnti italiani, aperti in istituti di credito di Roma e Anagni, sono stati trasferiti al Fondo Unico per la Giustizia. Altri quattro conti risultano all'estero, in particolare a Tenerife, Madrid, Santa Cruz e La Coruna. Il sequestro è stato disposto in quanto "risulta contestata e provata una distrazione" di fondi del Pdl di un milione e 357mila euro.

INTERROGATORIO DURATO PIU' DI DUE ORE

"Quei soldi depositati nei conti era denaro che mi spettava ed era destinato all'attività politica". E' quanto sostenuto oggi da Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip, Stefano Aprile. L'interrogatorio di garanzia è durato circa due ore e mezza. Fiorito ha risposto al Gip fornendo chiarimenti utili all'indagine. Già ieri il suo avvocato aveva infatti annunciato che non si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.

"ABRUZZESE SAPEVA TUTTO"

Nel corso dell'interrogatorio, Fiorito ha accusato il presidente del Consiglio regionale, Mario Abruzzese. "Sapeva tutto", ha detto al Gip, sottolineando che Abruzzese "era a conoscenza di come i soldi venivano spartiti" e avrebbe fatto in modo che "il denaro venisse accantonato nelle casse della Regione per andare incontro alle esigenze dei consiglieri".

"FACEVANO COSI' ANCHE GLI ALTRI GRUPPI"
"Facevano così anche altri gruppi consiliari", ha detto Fiorito, spiegando che il lievitare delle indennità in base al cumulo delle cariche era una regola adottata anche in altri gruppi consiliari.

IN CELLA NIENTE MERENDINE   
Via dalla cella di Regina Coeli tutte le merendine e e le bibite gasate. Basta coca cola e aranciata che sono 'incompatibili' con il suo stato di salute così come basta con le merendine al cioccolato, ordinate in grande quantità allo spaccio interno del penitenziario romano nel quale l'ex capogruppo del Pdl si trova. I medici di Regina Coeli hanno respinto le richieste di "Batman" che aveva ordinato casse di bibite gasate e pacchi di merendine. Il rischio, gli è stato spiegato, potrebbe essere quello di un peggioramento delle sue condizioni di salute.