Secondo la donna il ragazzo fu ammazzato nel 2000 in un rito delle Bestie di Satana, ma il caso è stato archiviato lo scorso ottobre come suicidio
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Non si è mai rassegnata all'idea del suicidio di suo figlio: per lei il corpo di Doriano Molla trovato appeso a un albero in un bosco di Cavaria era opera di un rito delle Bestie di Satana. Succedeva nel 2000 e da allora Flaviana Cassetta non ha mai cambiato idea, neanche quando lo scorso ottobre il gip di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero ha archiviato il caso come suicidio. E così ieri sera, nella sua abitazione, ha deciso di farla finita: troppo tormento, troppe verità celate. Si è tolta la vita nella sua abitazione di Cassano Magnano, nel Varesotto, e ha scelto di morire come Doriano: impiccata.
Si è strangolata con una corda stretta attorno al collo, appesa a una delle finestre della sua casa in via Roma. Sono stati i familiari, ieri sera, a trovare il cadavere.Dagli accertamenti non sono emersi segni di violenza, e la donna non avrebbe lasciato biglietti per motivare il gesto. Del resto, non servivano troppe spiegazioni. Dopo la morte di suo figlio 26enne, Flaviana aveva lanciato diversi appelli, chiedendo che si facesse chiarezza sulle circostanze del decesso, convinta che il giovane fosse stato ucciso o indotto al suicidio dai membri della setta satanica, poi condannati per altri delitti. Uno dei suoi ultimi appelli lo la fatto due anni fa dai microfoni di Mediaset nel quale ancora una volta chiedeva verità. "Mio figlio non si è suicidato - questa la sua convinzione - l'albero era troppo basso e il filo non aveva nodi". Le indagini però hanno escluso il coinvolgimento delle Bestie di Satana, e hanno portato all'archiviazione del caso.