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"Tremonti pagava il suo affitto, io perseguitato"

Depositata la memoria difensiva di Milanese, il deputato Pdl imputato nellʼinchiesta della P4

Ansa

"Il ministro Tremonti mi ha versato, a partire dalla seconda metà del 2008, 4mila euro mensili, settimanalmente e in contanti, quale partecipazione all'affitto dell'immobile".

Lo scrive il deputato del Pdl, Marco Milanese, nella memoria difensiva consegnata alla Giunta delle autorizzazioni della Camera sulla casa in centro di Roma che secondo i pm napoletani sarebbe stata ceduta gratuitamente da Milanese al titolare dell'Economia.

Nel memoriale alla Giunta per le autorizzazioni della Camera, che esaminerà la richiesta di arresto avanzata contro di lui dal gip di Napoli, Milanese scrive: "Il ministro Tremonti ha corrisposto, quale partecipazione all'affitto dell'immobile, a partire dalla seconda metà del 2008, la somma mensile di circa 4mila euro, corrispostemi settimanalmente". L'ex consigliere del ministro dell'Economia non se la prende né con i pm né con una fazione politica, "nonostante - scrive nella difensiva - l'attacco nei suoi riguardi è in realtà il disegno di un complotto. "Tanto che l'iniziativa giudiziaria assume la veste della persecuzione", poiché "diseguale è il trattamento riservatomi rispetto alla generalità dei casi".

Nella difensiva Milanese prosegue: "Non mi considero il 'deus ex machina' delle nomine, e nelle mie cassette di sicurezza non ci sono 11 milioni di euro: si tratta di notizie che fanno parte di una strategia ben studiata".

Per quanto riguarda la ristrutturazione dell'appartamento di lusso di campo Marzio, dove ha vissuto Giulio Tremonti, i lavori non ammontavano a 200mila euro - come sostiene l'accusa - bensì "a soli 50mila". E' quanto si legge nel documento del deputato del Pdl, accusato di corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e associazione a delinquere dalla Procura di Napoli.

"Mai ricevuto soldi né regali
"Inutile dire che mai ho preso soldi da Viscione, come ho ribadito con fermezza allo stesso pm!". Così in un passaggio della sua memoria difensiva, il deputato Milanese replica alle accuse mossegli dall'imprenditore irpino Paolo Viscione. Il parlamentare del Pdl respinge anche tutte le altre contestazioni - relative a presunti regali di oggetti preziosi, auto di lusso, e al pagamento di viaggi - basate sulle dichiarazioni di Viscione.

"Viscione mi usava, strumentalizzava l'amicizia"
Milanese spiega anche i motivi delle accuse a lui da parte di Viscione. Lui e altri, riferisce il deputato, "mi usavano, strumentalizzando l'amicizia" e in particolare Viscione "per poterlo continuare a fare mi riempiva di attenzioni, cosicchè io mi sentissi in qualche modo obbligato nello stargli vicino". Viscione si sarebbe sentito tradito da Milanese per una serie di motivi: la mancata vendita della sua società di assicurazioni; la fallita candidatura del genero a sindaco di Cervinara; le indagini su di lui che pensava potessero essere frenate da Milanese. "Dall'altro - sostiene il parlamentare - era frustrato da una situazione che andava degenerando, per cui ha pensato che potessi esserne addirittura io la causa, ritenendo che il mio coinvolgimento nella sua vicenda, mi avrebbe costretto ad intervenire per risolvere l'una e l'altra situazione".

Nella ricca difesa, l'ex ufficiale della Guardia di Finanza si difende anche dalle accuse di aver pagato ad Antonio Proietti, costruttore dell'Edil Ars, la somma (200mila euro, ndr) in cambio di "appalti dalla Sogei e l'assunzione della figlia in questa società". Milanese invece ha sottolineato che "Proietti è l'impresa di fiducia, da sempre, del Pio Sodalizio dei Piceni e che i rapporti dello stesso con la Sogei risalgono addirittura al 2001".